I tagli alla sanità hanno rappresentato la parte più gravosa ed annosa della spending review voluta dal Governo per tentare di mantenere in ordine i conti pubblici. Tralasciando eventuali polemiche politiche sui tagli possibili senza agire sulla sanità pubblica, vediamo insieme cosa ci aspetta con il decreto firmato questa notte dal Consiglio dei Ministri.
Fino a ieri uno dei problemi più gravosi riguardava la possibile chiusura dei circa ventitré ospedali caratterizzati da un numero di posti letto inferiore a centoventi. Al momento questo intervento, grazie alla mediazione del ministro della Salute Renato Balduzzi, è saltato. Lo si può definire un rinvio, almeno fino al 2013. Sono comunque previsti degli accorpamenti e dei tagli di posti letto, al fine di limitare sprechi sanitari.
L’accorpamento e l’eliminazione di strutture, sebbene da un punto di vista teorico-economico porti ad un risparmio di denaro, nella pratica inerente alla salute del cittadino, si traduce in un ulteriore problema di gestione e di risorse, che porta non solo a meno personale disponibile sul territorio, ma anche ad una minore assistenza capillare nei confronti del paziente. A causa delle decisioni prese in merito, vi saranno da oggi in meno circa 3,7 posti letto per ogni mille abitanti.
Non solo, dal 2013 verrà apportato un taglio del 3,2% del tetto della spesa sanitaria ospedaliera possibile. Questo strumento, sebbene controverso, potrebbe essere utile nello spingere le strutture a gestire in modo adeguato i day-hospital ed i giorni di ospedalizzazione pre-operazione, come già accade in molte strutture private; ed a lavorare ad una più corretta gestione dei medicinali e delle prescrizioni. Un esempio tra tutti? Pensate alla terapia del dolore ed all’utilizzo inutile di Fans rispetto ai farmaci stabiliti per tale approccio.
Il decreto presentato dal Governo mette poi le aziende farmaceutiche davanti ad un “abisso”: se prima la quota di sfondamento della spesa a loro carico era del 30%, sale ora al 50%, chiamando le Regioni a coprire, nel loro possibile la rimanente quota eccedente.
Cosa cambia per il cittadino? In attesa di capire come questo si rifletterà sulla politica dei prezzi dei medicinali, vi saranno dai 14mila ai 18mila posti letto in meno disponibili, ed una perdita possibile di circa 10mila posti di lavoro.
Concedeteci di dire che l’ennesimo taglio alla sanità era totalmente inutile. Non si può continuare a tagliare dove al contrario bisognerebbe migliorare. E’ come una coperta troppo stretta, che se si tira troppo sulle spalle, lascia scoperti i piedi.
Consiglio dei Ministri- 5/07/2012- Spending Review
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