Nel nostro Paese il tumore al polmone uccide quasi 100 persone ogni giorno. Una cifra assolutamente da brivido, ma la ricerca sta facendo passi avanti importanti e la Tac a basse dosi per la diagnosi precoce ne è un esempio. Secondo il professor Veronesi, infatti, è uno strumento salvavita per i forti fumatori o ex fumatori.
Il via libera all’uso della Tac a basso dosaggio per l’individuazione precoce del cancro al polmone arriva dall’American Cancer Society. Come ha spiegato il professor Veronesi:
I fumatori non vanno abbandonati dal sistema sociale e dalla scienza solo perché hanno fatto una scelta sbagliata. Ora sappiamo che possono essere salvati grazie alla Tac a basse dosi e dunque non proporre questo esame ai forti fumatori o ex fumatori, da oggi non è più un comportamento etico. Non è un caso che la raccomandazione a tutti i medici di promuovere lo screening per il tumore al polmone venga da un’associazione no profit di volontariato. Non dalle accademie scientifiche dunque, ma da milioni di persone di ogni professione, impegnate nell’obiettivo di salvare dal cancro il maggior numero possibile di vite umane.
Non dimentichiamo che Veronesi nel 2000 ha avviato lo studio COSMOS, che oggi si trova alla sua seconda fase. Inizialmente la diagnosi era basata esclusivamente sulla Tac a basso dosaggio, oggi a questo strumento si aggiunge l’analisi del sangue. L’obiettivo, infatti, è quello di identificare un marcatore tumorale e l’attenzione dei ricercatori è caduta su miRNA, quantità misurabili di frammenti genetici, che secondo gli studi più recenti, possono indicare la presenza di tumore polmonare in fase iniziale.
Come ha sottolineato il professor Veronesi, individuare presto un cancro è importantissimo perché aumenta le chance di cura. Al momento il numero di casi analizzati con il test miRNA non sono numerosi come quelli effettuati con la Tac, e quindi il marcatore deve essere considerato ancora in fase sperimentale.
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