In caso di autismo, l’interazione tra cane e bambino potrebbe portare quest’ultimo ad essere meno ansioso ed aggressivo e più socievole con terze persone. Lo sostiene uno studio condotto dall’ISS, pubblicato sulla rivista di settore Journal of Alternative and Complementary Medicine.
Secondo il gruppo di scienziati coordinati da Francesca Cirulli ed Enrico Alleva, il rapporto che viene a crearsi tra l’animale ed il bambino, privo di qualsiasi condizionamento, aiuterebbe effettivamente il piccolo affetto da disturbi dello spettro autistico a moderare gli scatti emotivi tipici della malattia. Lo studio, di tipo revisionale, ha preso in considerazione i dati provenienti da sei diverse pubblicazioni in materia, relativi all’immissione di un cane da assistenza in una famiglia con un bambino affetto da autismo. La comparazione delle ricerche ha evidenziato come nell’interazione con l’animale domestico, il minore malato subirebbe una positiva diminuzione dell’aggressività e degli scatti, con un calo dell’ansia e dell’ormone dello stress (il cortisolo, N.d.R.). Fattori che tornavano al loro stadio iniziale all’allontanamento dell’animale.
Questo ha portato gli scienziati italiani a chiedersi, soprattutto in virtù degli stessi dati raccolti in caso di interazioni cane-terapista-bambino, se non sia il caso di utilizzare i cani come strumento terapeutico in caso di autismo. Anche in gruppo infatti il piccolo dimostra meno eccessi ossessivi ed aggressivi, sorride di più ed appare più affettuoso.
Commenta Francesca Cirulli:
I risultati sono incoraggianti. Per ora possiamo parlare di ipotesi scientifiche, che vanno validate dal confronto coi cosiddetti gruppi di controllo. Saranno necessari altri studi con campioni più ampi; i disordini dello spettro autistico, poi, sono eterogenei per cui non si può generalizzare, ma occorre esaminare caso per caso. Non a tutti i bambini, inoltre, piacciono i cani. L’animale va scelto con l’aiuto del medico o di chi sostiene psicologicamente il bambino ma anche di allevatori o istruttori cinofili che sanno dare consigli sulla razza più indicata.
Potrebbe presto aprirsi un nuovo approccio terapeutico dell’autismo? E’ questa la speranza.
Fonte | JACM
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