Come prevedibile, e come già accennato da noi in passato, l’influenza ha ripreso il suo corso. Migliaia di italiani, passate le feste, ritornano a letto non per qualche supplemento di vacanza, ma per la classica influenza che colpisce chi ritorna al lavoro o a scuola nel periodo di massima diffusione del virus.
Per rendersi conto meglio di come si sviluppa e di dove intervenire meglio, nasce anche in Italia il primo sito di monitoraggio dell’influenza, www.influweb.it. In questo sito sarà possibile prima di tutto vedere in quali zone colpisce di più il virus (maggiormente al Sud con l’11,4% contro il 7,5% del Nord), ma anche le date di picco, le età a rischio, ecc. Tutto fatto in forma volontaria. Per partecipare al censimento infatti non c’è bisogno di essere ammalati. Basta infatti iscriversi e partecipare all’indagine sui sintomi, per sè stessi, ma anche per la propria famiglia, dato che sono fondamentali anche i dati sui bimbi piccoli o sugli anziani che di certo non possono volontariamente immetterli su internet.
Il progetto non è una novità a livello europeo. In Olanda e Belgio sono già 5 anni che questo sito internet funziona, e i dati raccolti sono diverse migliaia. L’obiettivo è di avvicinarsi quanto più possibile a quel modello, e in Italia comunque si è a buon punto. Sono già poco più di un migliaio le persone che si sono iscritte all’indagine, ma ovviamente più sono e più accurati sarebbero i grafici risultanti.
Tutto ovviamente in forma legale, perché come si legge sul sito:
la vigilanza epidemiologica è effettuata attraverso il progetto INFLUNET, coordinato dal Ministero della Salute che si avvale della collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), del Centro Interuniversitario per la Ricerca sull’Influenza (CIRI), dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, dei laboratori di riferimento per l’influenza e degli Assessorati regionali alla Sanità.
La vigilanza sull’influenza dev’essere aumentata oggi più degli anni scorsi, in quanto diventa sempre più pericolosa. I ceppi sono molto resistenti, tanto da non rispondere agli antibiotici e resistere anche a dei farmaci tradizionalmente ideali per combatterla come il Tamiflu. Questa resistenza ha portato una vera e propria emergenza medica, che per evitare che faccia altri danni è meglio tenere sotto controllo. Non sarà la soluzione, ma un buon mezzo per raggiungerla.