Quante volte, al primo accenno di febbre, magari perché oberati di lavoro o cose da fare ci siamo affidati ad antipiretici come il paracetamolo ed abbiamo costretto la nostra temperatura a scendere ancor prima della soglia dei 38,5°? La risposta sicuramente è “innumerevoli”. Quello che forse molti di noi non sapevano è che se è possibile evitare tale pratica, si rispediscono al mittente anche molte problematiche ad essa relativa.
Tentiamo di spiegare meglio. La febbre può essere sinonimo di congestione, ma anche di patologie ben più gravi. Se la blocchiamo e non ne osserviamo l’andamento, come facciamo a capire? Partiamo ad ogni modo dalle basi. Si parla di febbre solitamente quando la temperatura del nostro organismo supera i 37° in maniera più o meno accentuata. E’ uno dei segnali che nel nostro corpo vi è una alterazione dei nostri parametri fisiologici, ovvero la dimostrazione che c’è qualche problema.
Spesso la febbre spaventa, perché il rialzo della temperatura porta con sé malessere , ma è un dato di fatto che rappresenti il primo segnale di una “guerra” in atto delle nostre difese immunitarie contro un agente patogeno o un problema correlato alla nostra salute. In senso strettamente tecnico si tratta di una alterazione del centro di termoregolazione del nostro corpo che si trova sull’ipotalamo: in poche parole è il frutto dello scontro tra le cellule del nostro sistema immunitario con agenti infettivi o patogeni quali virus e batteri.
Le nostre cellule difensive vengono stimolate a produrre le citochine, sostanze che connotano “l’alterazione” del nostro organismo e che di conseguenza (in particolare la IL-1)stimolano l’aumento della temperatura. Un aumento che cala immediatamente quando l’infezione all’interno del nostro corpo guarisce.
Tornando all’utilità di far salire la febbre senza bloccarla sul nascere, ciò è strettamente legato alla sua tipologia: periodiche e ricorrenti posso essere spia di malattie a base genetica, intermittente e a giorni alterni può indicare addirittura la malaria, mentre febbricole prolungate ma non eccessivamente alte possono essere sintomo di tubercolosi o mononucleosi.
Sebbene fastidiosa, la febbre ed il suo andamento possono rappresentare un ottimo strumento diagnostico se lasciate “correre” nel limite del giusto.
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Fonte: Corriere della Sera