Gli italiani sono il popolo più longevo al mondo, insieme ai giapponesi. Come mai? Se lo chiedono in molti da tanto tempo, e la spiegazione che tutti si danno riguarda l’alimentazione. Non considerando gli ultimi 10-15 anni in cui le nostre abitudini alimentari si sono un po’ “rovinate” con l’ingresso di altri modi di mangiare meno salutari, per secoli il popolo italico ha seguito la dieta Mediterranea, una dieta considerata da alcuni “pesante” in quanto si basa molto su carboidrati (pane e pasta), ma alla fine dei conti è considerata la più salutare al mondo.
Di questo si sta parlando in questi giorni alla conferenza internazionale Cibus 2010 di Parma, un incontro tra esperti di tutto il pianeta in cui si parla di migliorare l’accesso al cibo e le abitudini alimentari di tutto il pianeta e che servirà come “apriprista” della manifestazione più importante, l’Expo 2015 di Milano, che avrà come tema centrale proprio l’alimentazione.
Il tema del discorso è stato centrato nella giornata di ieri dal professor Carlo Cannella, Presidente dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), il quale ha affermato:
Il valore delle abitudini alimentari italiane nel mantenere il benessere della popolazione è indiscusso. E, del resto, la dieta mediterranea Ancel Keys non l’ha studiata in Spagna, in Marocco o in Francia. E’ venuto a studiarla nel Cilento, nel Sud Italia. Inoltre, il Seven Countries Study ha dimostrato che le abitudini alimentari mediterranee sono le più protettive sia per le malattie metabolico-degenerative sia per il rischio tumori. Non possiamo però obbligare tutti a mangiare come noi, possiamo invece proporre per il benessere di tutti il nostro modello alimentare: molti prodotti vegetali ossia cereali (pane, pasta, riso, etc) frutta e ortaggi, olio extravergine d’oliva come condimento, poi latte e derivati, uova, pesce azzurro e anche carne, ma non tutti i giorni.
Ma purtroppo non è sempre così facile. Da noi viene naturale in quanto tutti gli “ingredienti” della dieta Mediterranea sono di facile reperibilità, ma per chi non dispone di questi elementi base?
La scelta di questi cibi può essere declinata e adattata, a seconda dell’ambiente e della cultura, nel pieno rispetto della biodiversità delle colture e della sostenibilità dei sistemi produttivi. Anzi dobbiamo trasferire la nostra esperienza per favorire la crescita di filiere alimentari locali nel solco della Food Valley di Parma, per ottenere con la stessa cura e artigianalità prodotti salubri, privi di contaminazioni e di sostanze nocive. Allo stesso tempo dobbiamo anche valorizzare il food made in Italy, che ha da sempre un appeal irresistibile agli occhi dei consumatori di tutto il mondo e che resta unico e inimitabile proprio per questo mix di natura e cultura che lo contraddistingue.
Gli incontri si concluderanno oggi, ma di certo da qui al 2015 occasioni di arricchimento simili a questa ce ne saranno ancora molte.