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Memoria anziani, un’ora di Facebook al giorno aiuta

 La Facebookmania dilaga e non solo tra i giovani e i giovanissimi. Ormai da qualche mese stiamo assistendo ad un boom di profili di genitori, nonni… inizialmente si iscrivono per curiosità, sollecitati da figli e nipoti, per tenersi in contatto con la famiglia. Poi però si scoprono dei veri e propri fan del popolare social network e chi li stacca più dal computer, intenti a chattare, dare poke con una certa disinvoltura e destreggiarsi nei mille giochini disponibili sul sito.

Tutto questo fa bene agli over 65, in particolare alla loro memoria. Se ne è parlato nel corso del Congresso nazionale dell’Associazione italiana di psicogeriatria (Aio), a Gardone Riviera (Brescia).

Un milione e mezzo gli anziani che hanno creato un profilo nel nostro Paese. Un altro milione usa Skype per parlare con i parenti lontani e Youtube per guardare i video dei nipotini. Certamente si sentono meno soli e più vicini ai loro cari e questo è senz’altro un dato positivo per mantenersi socialmente attivi e non cadere nella morsa della solitudine e dello sconforto di una vita vuota di affetti.

Un recente studio ha dimostrato che un’ora di Facebook al giorno aiuta la memoria e migliore l’umore negli anziani.
Spiega Marco Trabucchi, presidente Aip, che gli over 65 si fanno spesso spiegare come funziona la rete dai nipoti e questo, ovviamente, li avvicina e rinsalda il rapporto. Inoltre:

il web e le nuove tecnologie tengono viva la curiosità culturale degli anziani, migliorano le prestazioni cognitive e mantengono giovane il cervello, stimolando l’attenzione, la memoria, la percezione.

E i benefici non finiscono qui:

l’uso della rete riduce i sintomi di ansia, stress e depressione ed è un valido aiuto nel creare reti di supporto per gli anziani con disabilità che avrebbero altrimenti relazioni sociali molto limitate; il mondo virtuale è per loro un’occasione di condivisione, di trasmissione, di scambio e di aggiornamento, un mezzo per interagire con gli altri ed essere maggiormente autonomi.

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[Fonte: ASCA]