Il dolore nel bambino: qual è l’approccio migliore da perseguire per far star bene i poveri malati? E’ questa la domanda alla quale gli esperti aderenti all’iniziativa “Accendi un sorriso” presentata ieri a Milano si interrogano in cerca di una risposta soddisfacente. In particolare, nel corso della presentazione, si è affrontato il problema del dolore non oncologico, presente in circa il 40 % dei piccoli pazienti ricoverati in ospedale.
In linea di massima l’approccio scelto è quello di affrontare la patologia dolorosa attraverso la somministrazione di paracetamolo, uno tra i farmaci meno pericolosi per i più piccoli: il medicinale in questione viene utilizzato nel 34,2% dei casi.
Il progetto “Accendi un sorriso”, nasce per volontà della Onlus Vivere senza dolore e con il patrocinio del Mistero della Salute. Alla base dell’edizione del progetto di quest’anno vi è un’indagine condotta nell’ultimo trimestre del 2011: una fotografia seria e precisa del dolore pediatrico e della sua gestione da parte del personale medico. Commenta Franca Benini, responsabile del Centro Regionale Veneto di Terapia Antalgica e Cure Palliative Pediatriche dell’Università di Padova:
Oggi il trattamento del dolore pediatrico è ostaggio del pregiudizio secondo cui ciò che dice il bambino debba essere vagliato attraverso la lente di quello che vede e pensa l’adulto. La conseguenza è che spesso la sofferenza dei più piccoli viene sottostimata, così come il dolore legato alle procedure diagnostiche e terapeutiche eseguite in ospedale. È fondamentale migliorare questa situazione, perché una sofferenza non adeguatamente trattata può influenzare il comportamento psicologico del bambino e anche la sua soglia del dolore, con conseguenze in età adulta.
Dello stesso avviso è Marta Gentili, presidente dell’associazione. La quale nel corso del suo intervento ha sottolineato non solo la collaborazione delle strutture coinvolte, ma la loro richiesta di “supporto” nel richiedere adeguamenti normativi e sanitari in merito al dolore pediatrico. I risultati dell’indagine parlano chiaro: attraverso l’immissione di “algoritmi” specifici e strumenti dedicati, è stato possibile rivelare come nel corso dello studio l’approccio al dolore dei bambini sia cambiato e come lo stesso sia stato misurato in maniera migliore e costante rispetto al passato. Archiviando un significativo miglioramento in merito alle condizioni dei bambini ricoverati. Si parla di un aumento di benessere pari ad oltre il 25%.
Un piccolo traguardo che rappresenta un grande passo in avanti verso una maggiore definizione di terapie del dolore e cure palliative per i piccoli pazienti.
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