L’Italia è un Paese per vecchi. Si vive sempre più a lungo, anche se spesso la qualità della vita è pessima per via delle numerose malattie, si fanno pochi figli e se non fosse per le nuove nascite che ci regalano quegli immigrati che tanto spesso sono oggetto di un risentimento a dir poco ingiustificato, i banchi delle scuole si svuoterebbero sempre più.
A questo si aggiunge il fatto che oltre tre milioni di bambini in Italia sono affetti da patologie croniche complesse ed il loro futuro appare compromesso. Se ne è parlato oggi a Milano nell’ambito della presentazione del 67esimo congresso nazionale della Sip, la Società italiana di pediatria, che si svolgerà dal 7 al 10 giugno prossimo proprio a Milano.
Il dottor Alberto G. Ugazio, presidente Sip, spiega che dagli anni Settanta ad oggi il tasso di fertilità è bruscamente precipitato da 2,2 figli per donna ad 1,2. Se nel 1861 la maggior parte della popolazione era costituita da adolescenti e bambini, oggi i giovanissimi rappresentano una minoranza.
Per l’infanzia, inoltre, il nostro Paese spende troppo poco, l’1,2% del Pil, in Danimarca si spende il 3,7% per dare un’idea della sproporzione. Per quanto riguarda le politiche di prevenzione di malattie cardiovascolari, diabete e malattie degenerative, oggi si presta troppo poca attenzione proprio allo stile di vita dei bambini. E’ fondamentale, infatti, per scongiurare patologie da adulti, intervenire sin dall’infanzia.
Oggi, grazie ai progressi della medicina, di numerose malattie un tempo mortali non si muore più nel corso dell’infanzia, e questo ha fatto lievitare il numero di bambini malati cronici che in Italia ha raggiunto quota tre milioni.
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[Fonte: Agi Salute]