La ferritina bassa o ipoferritinemia indica una carenza di ferro. In gravidanza è una condizione che si riscontra piuttosto frequentemente in quanto la riduzione dei depositi di ferro è associata allo sviluppo del feto. Vediamo quali sono i sintomi, le conseguenze, cosa mangiare e quando è necessario ricorrere ad integrazioni di questo minerale.
Ferritina bassa in gravidanza: sintomi
La ferritina bassa non sempre presenta una sintomatologia evidente, anche in gravidanza. Più spesso, infatti, è asintomatica. I sintomi più comuni, quando manifesti, sono:
- Pallore di pelle, mucose e sclere degli occhi
- Stanchezza cronica dopo sforzi modesti o a riposo
- Palpitazioni e battito cardiaco accelerato
- Mancanza di forza muscolare
- Mancanza di fiato e respiro affannoso
- Milza ingrossata
- Cefalee
- Dolori di lieve entità che interessano muscoli, ossa e articolazioni
- Mancanza di concentrazione
- Irritabilità
- Vertigini e improvvisa perdita di conoscenza
- Ulcerazioni di palato, lingua e angolo delle labbra
- Sindrome delle gambe senza riposo
- Calo della libido
Ferritina bassa in gravidanza: conseguenze
Il ferro è un oligoelemento assolutamente indispensabile per il corretto sviluppo fisico e neurologico del feto durante la gravidanza. La carenza di questo minerale, necessario per la sintesi dell’emoglobina (la proteina responsabile del trasporto dell’ossigeno da parte dei globuli rossi), può comportare difficoltà di ossigenazione del feto, ma può avere anche conseguenze quali la parto pretermine e nascita di neonati piccoli per l’età gestazionale (SGA acronimo di Small for Gestional Age) cioè con peso e/o lunghezza e/o circonferenza del cranio alla nascita minori del 10° percentile relativo all’età gestazionale. Secondo alcuni studi, inoltre, i bambini potrebbero andare incontro anche a problemi di pressione sanguigna, di obesità e patologie cardiovascolari nel lungo termine.
È importante, perciò, che la futura mamma si sottoponga il prima possibile ad un esame del sangue, che controlli valori di emocromo, sideremia, ferritinemia e transferrinemia. Se i valori sono troppo bassi (per una donna non incinta i valori normali della ferritina sono di 20-120 nanogrammi/mL) il medico può suggerire l’assunzione di integratori di ferro a partire dal 2° trimestre da associare ad un regime alimentare adeguato.
Ferritina bassa in gravidanza: cosa mangiare
L’organismo non è in grado di produrre in modo autonomo il ferro, sebbene possa immagazzinarlo. Ecco, perché l’alimentazione gioca un ruolo determinante anche per prevenire l’anemia sideropenica (o anemia da carenza di ferro). Durante la gravidanza il fabbisogno giornaliero di questo oligoelemento è chiaramente maggiore. La dose raccomandata è di 30 mg (contro i 18 mg per le donne adulte in età fertile). Tra gli alimenti di origine animale più ricchi di ferro ci sono:
- Fegato bovino
- Fagiano
- Lepre
- Vongole
- Rana
- Ostriche
- Cozze
- Cuore di bovino
- Spigola
- Cavallo
- Uova
Trai vegetali con il più alto contenuto di ferro troviamo:
- Soia
- Semi di sesamo
- Germe di grano
- Spinaci
- Fagioli
- Lenticchie
- Fiocchi d’avena
- Muesli
- Ceci
- Semi di girasole
- Alghe
Tra la frutta più ricca di ferro, invece, ci sono:
- Pesche secche
- Albicocche secche
- Fichi secchi
- Prugne secche
- Datteri
- Cocco essiccato
- Nocciole
- Arachidi tostate
- Pistacchi
- anacardi
- Noci
- Mandorle
- Ribes
- Lamponi
Per favorire l’assorbimento intestinale di questo prezioso oligoelemento, inoltre, è utile associare sempre cibi ricchi di vitamina C come ortaggi a foglia verde, pomodori, peperoni, cavoli, rucola, arance, limoni, mandarini, pompelmi, frutti di bosco, kiwi, fragole, ecc. Anche l’acido citrico, lo zucchero e gli aminoacidi ne aumentano la biodisponibilità (la percentuale effettiva di ferro che il nostro organismo riesce ad assorbire ed utilizzare). Da evitare o comunque da moderare, gli alimenti che rendono difficoltosa l’assimilazione del ferro come il tè e il caffè a causa dei tannini (è preferibile consumarli un’ora prima o dopo i pasti), i cibi ricchi di fibre e di calcio.
In genere, durante la gravidanza, la sola alimentazione non basta a garantire i livelli richiesti di ferro. Qualora le analisi del sangue rivelassero valori di ferritina troppo bassi, il ginecologo può prescrivere degli integratori, che in nessun caso vanno assunti di propria iniziativa semplicemente perché altre donne incinta lo fanno.
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