Acquired immuno-deficiency syndrome, ovvero Sindrome da immunodeficienza acquisita: è questa la definizione di Aids, una malattia complessa, caratterizzata dalla perdita delle difese dell’organismo umano in seguito all’attacco di un virus specifico, hiv (Human immudeficiency virus), che rende l’organismo più facilmente esposto a malattie che normalmente sarebbe in grado di combattere. L’Hiv non resiste a lungo nell’ambiente esterno, muore con l’essiccamento, a contatto con l’alcol o la candeggina per almeno 10 minuti, nonché alle temperature raggiungibili con un normale lavaggio in lavatrice.
La trasmissione avviene con scambio di sangue, sperma e secrezioni vaginali. Oppure da una donna sieropositiva al feto durante la gravidanza. Commenta il professor Arisi
«Scambio di siringhe o accessori contaminati con sangue infetto, rapporti sessuali penetrativi senza profilattico con una persona infetta, o trasfusioni di sangue sono le principali minacce e negli ultimi anni sembra che le persone abbiano letteralmente abbassato la guardia nei confronti della prevenzione, vuoi perché non se ne parla più, vuoi perché si è diffusa l’opinione che ormai di Aids si può guarire»
L’unica carta da giocare, nella prevenzione di questa terribile malattia, è l’uso del profilattico durante i rapporti sessuali. Portarlo sempre con sé, visto che non è sempre prevedibile quando si avrà un rapporto, è il consiglio che danno gli esperti. Precisa il ginecologo
«Anche perché a livello globale sta salendo in modo preoccupante il numero di donne infettate dai loro partner maschi. Essere informati significa avere il potere di scegliere, decidere e agire in un modo piuttosto che in un altro. In Italia sono diverse le associazioni e le società scientifiche che stanno lavorando in questo ambito. Nel 2007 il ministero della Salute avviò una campagna di informazione rivolta ai giovani e non solo, che fu molto importante. E poi ci sono i consultori pubblici, associazioni e operatori che vanno periodicamente nelle scuole a svolgere lezioni di educazione anticoncezionale. In altri Paesi certamente ci sono esperienze molto positive da cui si potrebbe trarre ispirazione, per esempio nel Nord Europa sono attive da anni azioni coordinate dai governi, che associano all’educazione sessuale e anticoncezionale una educazione alla protezione dalle malattie sessualmente trasmesse, con buoni risultati. E poi in Francia, di recente, sono state allestite case in cui i giovani possono liberamente parlare di sesso, di malattie infettive e problemi correlati, con esperti competenti.»