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Aids: guarigione dopo un trapianto di midollo, nuove speranze di cura?

 Un trapianto di midollo con cellule staminali realizzato già 4 anni fa sembra aver definitivamente guarito dall’Aids Timothy Ray Brown. E’ la prima persona al mondo a guarire dal pericoloso virus dell’Hiv di cui nel suo organismo non c’è più traccia.  La notizia clamorosamente positiva arriva dalla rivista scientifica Blood, in cui in caso viene riportato. L’uomo, affetto da Leucemia mieloide cronica e con un’infezione da Hiv già conclamata,  era stato sottoposto ad un trapianto di midollo da un donatore particolare. Si trattava di una di quelle persone con mutazione genetica tale da provocare l’immunità dal virus dell’Hiv.

Ebbene pare proprio che questa proprietà si sia trasferita anche nel 42enne statunitense malato. Già dal 1990 è stata scoperta individuata l’esistenza di alcune persone (l’1%) per lo più di origine Nord-Europea (caucasica) con queste caratteristiche genetiche che sembrano dare un’immunità dall’Aids, e la ricerca ha molto puntato su queste.

Il caso era già stato segnalato lo scorso anno dalla stampa (qui). Più il tempo passa e maggiore è la conferma del successo. Gli scienziati del Berlin Charité Hospital che hanno eseguito il trapianto e continuato a monitorare l’ex malato spiegano:

“Dopo tre anni e mezzo in cui non sono state somministrate neppure le medicine anti-Hiv, il paziente non ha più segni né di leucemia né del virus e il suo sistema immunitario è tornato a livelli assolutamente normali”.

Il trapianto di midollo però non può certo essere considerata una terapia idonea valida per tutti però.  Sulla pericolosità dell’intervento terapeutico sono tutti d’accordo: effettivamente questa potrà essere considerata una cura efficace, ma come sempre bisogna valutare i rischi e confrontarli con i benefici. Sono numerosi gli effetti collaterali, di questa terapia, non ultimo il rigetto, ma soprattutto è la tecnica operatoria ad essere molto pericolosa. I pazienti possono rischiare la vita. Inoltre, non è facile trovare il donatore giusto: con medesimo gruppo sanguigno e sistema immunitario compatibile, che abbia la mutazione genetica portatrice dell’immunità. Una cosa è certa: questo caso unico al mondo ha individuato una strada di ricerca giusta. Ha dimostrato cioè la validità dell’ipotesi scientifica che mira a sostituire le cellule normali soggette al virus con quelle che ne risultano immuni.

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[Fonte: Associazione Luca Coscioni]