Si chiama Lorenzo Menicanti, è nato ad Ivrea e, dopo aver girato gli ospedali di mezzo mondo, oggi opera al San Donato di Milano. Oltre dodicimila sono stati gli interventi tra by-pass ed altre tipologie che lui ha effettuato in tutta la sua vita, e grazie a quest’enorme esperienza si è reso conto che spesso il semplice innesto di un by-pass non basta a risolvere il problema di un paziente.
Per questo ha inventato una tecnica tutta sua, chiamata “rimodellamento del ventricolo“. Per spiegarla, Menicanti ha paragonato il cuore alla ruota di una bicicletta. Quando un infarto lascia la sua cicatrice sul cuore, si può formare una bolla, così come avviene nella camera d’aria della bicicletta. Il cuore, e la ruota, perdono l’efficienza meccanica e non lavorano bene come dovrebbero, in modo tale che, se non si interviene prontamente, c’è il rischio che si rompano definitivamente.
Ma se una ruota semplicemente scoppia e si sgonfia, il cuore non pompa più bene il sangue e si dilata, portando a scompensi cardiaci, difficoltà di respirazione, sensazione di stanchezza, gonfiori e, a lungo termine, anche alla morte. Ecco quindi l’idea di Menicanti: intervenire chirurgicamente, a prescindere dall’innesto del by-pass, ed eliminare con il bisturi la dilatazione, sostituendola con una protesi per ridare al cuore la sua forma originaria. In questo modo il cuore riprende a battere regolarmente e vengono eliminati i sintomi dell’ingrossamento, ed anche i suoi effetti.
Questa tecnica di rimodellamento Menicanti l’aveva inventata sin nel lontano 1988, ma avendo trovato diverse reticenze in campo medico ha avuto difficoltà nel sperimentarla. Oggi la sua tecnica è divenuta famosa in tutto il mondo, e spesso viene associata all’inserimento del by-pass.
Dai dati ottenuti sui circa 1.500 pazienti operati fino ad oggi con questa tecnica, ci si è resi conto che è stata efficace, e garantisce una sopravvivenza nei primi 3 anni simile a quella del semplice by-pass, ma permette in aggiunta di evitare alcuni dei sintomi sopra descritti che rendono la qualità di questi tre anni di vita molto scarsa. Oggi il medico piemontese tiene lezioni in tutto il mondo per diffondere il suo metodo, e spera che la tecnica venga riconosciuta dall’intero mondo medico, di solito poco propenso a tecniche che vanno fuori dal seminato.
[Fonte: Corriere della Sera]