La sindrome metabolica in netta espansione nella popolazione italiana. Avverte Alberto Zambon, responsabile del Centro per lo studio e la prevenzione dell’arteriosclerosi all’Università di Padova.
«In media (senza considerare l’età) un italiano su cinque soffre di questa condizione clinica. E la sindrome è associata ad un aumento rischio cardiovascolare, tanto che si potrebbe dire che stiamo per assistere ad un boom di malattie di questo tipo. Valutati singolarmente, i valori di molti pazienti non verrebbero presi in considerazione. Viceversa, la sindrome metabolica funziona da campanello di allarme. E’ sufficiente avere tre parametri oltre la norma per poter parlare di sindrome metabolica. Coloro che sono in questa condizione, nell’arco di 10 anni corrono un rischio 2-3 volte maggiore di incorrere in una malattia cardiovascolare rispetto a quello che corrono le persone dello stesso sesso e della stessa età, che non soffrono di questa sindrome»
Recenti evidenze suggeriscono, inoltre, che la sindrome metabolica negli uomini può essere associata a ipogonadismo, tanto che l’insorgenza tardiva di questa condizione potrebbe essere aggiunta agli attuali criteri diagnostici della sindrome metabolica. Afferma Gianni Forti, docente di Endocrinologia dell’università di Firenze e presidente della Società italiana di endocrinologi
«In soggetti di una certa età affetti da sindrome metabolica si riscontrano più facilmente bassi livelli di testosterone, con i conseguenti sintomi. E le persone obese presentano il 20-30 per cento in meno di livelli di testosterone»
Per sensibilizzare la popolazione riguardo la sindrome metabolica, è stato avviato il Progetto Waist, un progetto di monitoraggio della sindrome metabolica nella popolazione italiana. Il progetto, avviato dall’azienda Solvay Pharma con il patrocinio della Società italiana di endocrinologia, coinvolge specialisti, diabetologi ed endocrinologi.