La laurea non serve a nulla. Quante volte questa frase è uscita dalla bocca di studenti scoraggiati o di neolaureati con difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, a dispetto di persone diplomate ma con più esperienza sul campo alle spalle, quel savoir faire che conta e che fa la differenza.
Ebbene, a qualcosa studiare tanti anni serve, se qualcuno nutrisse dei dubbi, e non si parla di opportunità di lavoro in più o di un miglior trattamento economico nelle retribuzioni professionali. Si parla di salute. Proprio così, perché recenti studi avrebbero accertato un rischio minore di insorgenza di malattie cardiovascolari, che ricordiamo sono big killer insieme ai tumori, proprio in chi ha portato più avanti la propria carriera scolastica.
A parlarne è una nuova ricerca pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica BMC Public Health ed effettuata da un’èquipe di ricercatori afferente alla Brown University. Da quanto hanno appurato gli autori, specie nelle donne, l’educazione scolastica previene i fattori di rischio delle malattie del cuore, abbassando la pressione sanguigna.
I ricercatori hanno analizzato i dati di un campione di 3890 persone, tutti cittadini britannici, divisi in tre gruppi di studio basati sugli anni trascorsi a studiare: meno di 12, fra 13 e 16, più di 16. La loro pressione sanguigna è stata monitorata per circa 30 anni.
Le donne che avevano studiato meno avevano la pressione di 3,26 millimetri più alta rispetto alle più studiose, mentre negli uomini la differenza si attestava a 2,26 punti. Spiegano gli autori che
La scarsa educazione predispone gli individui a lavori faticosi, che sono associati a pressione elevata. Nelle donne con pochi anni di scuola inoltre è più probabile la depressione e la possibilità di vivere al di sotto della soglia di povertà.
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[Fonti: Agi; ASCA]