Gli italiani hanno conquistato ancora una volta un primato nel mondo della robotica. All’Ismett di Palermo è stata infatti condotta la prima operazione al fegato completamente condotta da un robot senza l’ausilio di del bisturi da parte di un chirurgo “in carne ed ossa” che ha guidato i bracci meccanici da una consolle. Anche in questo caso a conquistare il ruolo di protagonista è stato il robot “Da Vinci”.
Un paziente ha subito, grazie all’“importazione” proveniente dall’Ospedale di Pisa, l’asportazione di parte del fegato attraverso un intervento mininvasivo ed all’avanguardia. L’operazione è durata in tutto dieci ore ed è stata condotta lo scorso marzo. Nello specifico il robot Da Vinci ha provveduto a resecare e prelevare il lobo epatico destro, trapiantato al fratello del paziente, un quarantaquattrenne affetto da cirrosi epatica e in lista d’attesa per il trapianto di fegato.
L’intervento è stato condotto dall’equipe formata da infermieri e medici della struttura palermitana, coordinati dal prof. Bruno Gridelli e dal dott. Marco Spada, responsabile della Chirurgia addominale e dei trapianti d’organo. L’operazione è perfettamente riuscita, ed il donatore ha potuto lasciare l’ospedale dopo i canonici nove giorni post intervento, mentre il trapiantato ha dovuto attendere qualche settimana in più per i controlli di rito.
In alcuni ospedali statunitensi questa tipologia d’intervento era già stata sperimentata, sebbene con l’ausilio del chirurgo che, inserendo la mano attraverso l’incisione addominale, gestiva direttamente parte dell’intero iter di espianto. In questo caso solo i bracci del Da Vinci sono entrati in contatto con il paziente.
Commenta il dott. Gridelli:
L’impiego nella chirurgia dei trapianti di nuove tecnologie emergenti quali quella robotica è molto importante poiché, riducendo il trauma operatorio, potrà favorire un incremento delle donazioni d’organo da vivente e quindi del numero di trapianti. Il trapianto di fegato da donatore vivente effettuato all’Ismett rappresenta un importante esempio di fattiva collaborazione fra centri trapianti di diverse regioni italiane e dimostra come collaborazioni di questo tipo possano favorire il progresso in campo trapiantologico.
Fonte: Aoup
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