Gli esperti avevano assicurato che l’Italia sarebbe stata sicuramente toccata dall’epidemia dell’influenza suina, e forse nelle prossime ore troveranno la conferma alle loro affermazioni. 4 lodigiani, tornati recentemente dalle vacanze in California (Stato al confine con il Messico) hanno accusato sintomi influenzali. A causa dell’allarmismo che si è creato sull’influenza suina, sono stati immediatamente ricoverati all’ospedale di Pavia dove ora sono sotto osservazione.
Non si può già affermare che si tratti di quel ceppo, e per i risultati delle analisi ci vuole un po’. E così, dopo i due casi accertati in Spagna e quello che ieri è stato confermato in Germania, si può ufficialmente affermare che il virus dell’influenza suina è arrivato anche in Europa.
I dai finora raccolti però sono incoraggianti. Tutti quelli che, dagli Stati Uniti al Vecchio Continente sono stati ricoverati in tempo, sono tutti guariti o sono in via di guarigione. Non c’è nessuno che per ora rischia la vita, grazie al pronto intervento delle organizzazioni sanitarie mondiali che sono sempre in allerta, ma anche grazie al fatto che questo virus non è così pericoloso come si pensava, e gli antivirali oggi presenti sul mercato sono sufficienti a combatterlo.
Così per adesso le morti rimangono confinate al Messico, dove nel frattempo sono salite a 159, con 2.500 ricoverati, di cui circa la metà con la diagnosi confermata dell’influenza suina. Ma siccome la prudenza non è mai troppa, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha appena portato a 4 il grado di allerta per quanto riguarda questa epidemia. La scala va da 1 a 6, e questa “promozione” fa capire che non si sottovaluta il problema, e che anzi, al primo sospetto, scattano subito i controlli e, in alcuni Paesi, la quarantena. I dati ufficiali parlano di 79 casi accertati in 6 Paesi diversi, il che ridimensiona notevolmente il problema. L’allarmismo scatta perché i sintomi, essendo all’inizio simili a quelli influenzali, portano centinaia di persone a preoccuparsi anche dove non ce ne sarebbe motivo. E’ sempre bene però, di questi tempi, recarsi in ospedale per un controllo, non si sa mai.
In ogni caso rimangono sconsigliati i viaggi in Messico, non quelli negli Stati Uniti. Alcune agenzie di viaggi, su invito del Governo, hanno bloccato i pacchetti e i voli già prenotati, i quali saranno disponibili non prima di metà maggio.