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Certificati medici online: il sistema è in tilt

 Per chi non lo sapesse, a partire da oggi entra in funzione la spedizione dei certificati di malattia direttamente dal Pc dei medici curanti, destinatario l’Inps. Un fatto molto importante che riguarda oltre 18 milioni di lavoratori italiani, tra il settore pubblico e quello privato. Il tutto però non funziona come dovrebbe. La denuncia ufficiale arriva con un comunicato di questa mattina della Cgil funzione pubblica, sottolineata dalla stessa FIMMG e da tanti singoli professionisti.

Cosa accade? Il sistema dei certificati online, appena partito, si è inceppato: impossibile collegarsi alla rete e al sistema, lunghissime attese al call-center per le linee telefoniche intasate (anche 20 minuti) ed inutili perdite di tempo per i nostri dottori che dovrebbero impiegarlo a fare visite e diagnosi. Il tutto in pieno picco di influenza aggravato da un intenso freddo che si è diffuso in tutta Italia nelle ultime ore.

I medici temono le preannunciate sanzioni che arrivano anche al licenziamento e chiedono un rinvio su tale posizione almeno finché il nuovo sistema non si sia stabilizzato. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione ed Innovazione, Renato Brunetta che ha voluto questa riforma sembra per il momento non voler concedere altro tempo. In una nota emanata ieri ha dichiarato qunto segue:

“Il sistema ormai è a regime da 10 mesi, nel corso dei quali sono stati spediti telematicamente oltre 4 milioni di documenti di cui 400.000 solo nell’ultima settimana. Si esprime piena soddisfazione per i risultati raggiunti. Le sanzioni scattano solo in caso di colpa esplicita”.

Questo in risposta a tutti coloro che già 24 ore fa segnalavano difetti di connessione. Il problema a parer mio dipende da un fatto: l’apprezzabile riforma di Brunetta al riguardo dovrebbe snellire il lavoro dei medici e garantire ai malati meno lotte contro la burocrazia. Ma di fatto, per un milione di motivi, così non è. Pensiamo solo ai certificati di invalidità. Prima, fatta la visita specialistica con la diagnosi si portava la documentazione negli uffici preposti e si attendeva la risposta. Ora avviene lo stesso, ma dopo la certificazione che il medico curante realizza, invia all’Inps telematicamente e ne da copia al paziente. Il tutto rigorosamente a pagamento. Se la nuova organizzazione  arreca anche perdita di tempo ai medici, che nel frattempo minacciano sciopero (e chi ci rimette se non noi poveri ammalati?), caro Ministro Brunetta, non sarà il caso di fermarsi un attimo a prendere fiato e vedere come ottimizzare il tutto? Anche perché in questo caos di mail e telefonate, come si farà a stabilire il dolo effettivo da parte del medico? E se un certificato di malattia si perdesse? Il dialogo forse è la cura migliore.

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Fonte: Il Sole 24 Ore