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Il tumore al seno si combatte in 12 ore: nasce una banca dati sui risultati

 Il tumore al seno si può combattere anche in sole 12 ore. Già da qualche anno infatti una tecnica chirurgica denominata OSNA (One Step Nucleid acid Amplification- Amplificazione in singola fase di acidi nucleici), permette alle pazienti che si sottopongono ad intervento chirurgico per una patologia mammaria di effettuare una diagnosi molecolare del linfonodo sentinella, in poco più di 30-40 minuti.

In caso di positività del test (ovvero di presenza di cellule tumorali) si procede all’asportazione del linfonodo ascellare stesso nonché dopo la quadrantectomia, ovvero la rimozione chirurgica del seno malato, anche ad una mirata radioterapia intraoperatoria. Il tutto in una giornata, in regime di day-surgery. Ciò significa che la paziente può ricoverarsi la mattina e tornare a casa la sera stessa, dopo i dovuti controlli, senza tumore e con la radioterapia già eseguita. Dal punto di vista emotivo credo che sia un successo estremo: non dover attendere giorni per un responso e nel caso peggiore eventualmente sottoporsi a nuova operazione oltre che a numerose terapie irradianti.

In Italia questa tecnica è stata adottata per la prima volta nel 2007 presso l’Istituto oncologico Regina Elena di Roma, per poi diffondersi anche ad altre strutture specializzate. La metodica era già utilizzata in Giappone, Francia, Germania ed Olanda. Riuniti nella Capitale, i responsabili di tutti i centri europei che praticano l’OSNA, hanno dato il via ad un database unico e condiviso in rete, in cui verranno inseriti i dati di tutti i 20.000 casi trattati finora, con l’obiettivo di offrire informazioni e confronti su cui lavorare per ottimizzare la procedura. Ha spiegato il Prof. Franco Di Filippo, direttore della chirurgia mammaria dell’Istituto Regina Elena e coordinatore dell’incontro:

“Fino ad oggi abbiamo trattato in day-surgery 882 donne con diagnosi di tumore al seno. Di queste 372 hanno potuto beneficiare del metodo OSNA: 73 sono risultate positive ed hanno subito lo svuotamento ascellare durante il medesimo intervento chirurgico. Il nuovo database permetterà di estrapolare evidenze estremamente significative”.

Lo speriamo vivamente anche noi.

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[Fonte: Ifo]