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4 falsi miti da sfatare sul cancro

 Quasi ogni giorno sulle pagine di Medicinalive ci occupiamo di tumori: delle ultime acquisizioni  della ricerca scientifica per comprenderne a fondo le cause, le terapie innovative, l’importanza della diagnosi precoce. Parlarne è determinante perché aiuta ad allontanare tanti tabù ancora presenti circa questa malattia, e a tenere alta l’attenzione sulle problematiche correlate. E’ per questo che nella Giornata Mondiale contro il cancro che si è svolta lunedì si è cercato di puntare l’attenzione su quella che è l’opinione generale circa la patologia oncologica. Troppe ancora nell’immaginario collettivo le informazioni errate al riguardo. Da qui l’idea di sfatare dei radicati falsi miti e pregiudizi dannosi sul cancro. Quali? Vediamoli insieme.

Il cancro è un problema di salute

Questo è il più grande errore che si possa fare, considerare tale patologia come un mero problema di salute. Ogni volta che ho avuto modo di raccogliere una testimonianza al riguardo, è sempre emersa una grande sofferenza dal punto di vista sociale, umano, di interrelazione, abbinato spesso a problematiche economiche, professionali, che riguardano i diritti dell’essere umano in una società civile.  Il malato di cancro si sente spesso solo, non tutte le esperienze lavorative permettono di sottoporsi alle terapie con serenità. Ma pensiamo anche all’economia generale di un Paese: nel Nord d’Italia e del mondo si muore meno e più tardi di cancro che non al sud. Eppure un tumore al polmone è lo stesso sia a Milano che a Napoli, il medesimo che a Londra o a Kinshasa. Il cancro dunque non è solo un problema di salute, ma anche e soprattutto economico e sociale: dove si investe in prevenzione e diagnosi precoce, la malattia si affronta in modo diverso. Il tumore è causa e conseguenza della povertà. E da qui il secondo pregiudizio.

Il cancro è un problema dei Paesi ricchi e delle persone anziane

E’ un’idea errata: la malattia oncologica va considerata per quello che realmente è, un’epidemia su scala globale, un pericoloso problema crescente di salute pubblica per i Paesi ad alto reddito, e peggio ancora di quelli poveri. Le neoplasie uccidono più di HIV / AIDS, tubercolosi e malaria messi insieme. Su 7,6 milioni di morti nel mondo per tumore nel 2008, oltre il 55% si è verificato nelle regioni meno sviluppate del mondo. Entro il 2030, il 60-70% dei circa 21,4 milioni di nuovi casi di cancro ogni anno si prevede che si verificano nei paesi in via di sviluppo. Oltre l’85% delle 275.000 donne che muoiono ogni anno di tumore della cervice uterina vivono in paesi in via di sviluppo. In questi luoghi non c’è accesso alla minima cura o terapia del dolore nel 99% dei casi. Il 47% delle diagnosi oncologiche e il 55% delle morti per cancro si verificano nelle regioni meno sviluppate del mondo. Circa il 50% dei tumori nei paesi in via di sviluppo si verifica in individui con meno di 65 anni di età. La maggior parte dei 750.000 decessi per cancro del collo dell’utero e della mammella ogni anno si verificano durante gli anni riproduttivi di una donna e la malattia oncologica è una delle principali cause di mortalità nei bambini tra i 5 ed i 14 anni.

Il cancro è una condanna a morte

Non più. Molti tumori, una volta incurabili oggi possono essere trattati efficacemente. Questo grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce e sicuramente ai nuovi farmaci, sempre più mirati e privi di effetti collaterali importanti. Solo con lo screening del pap test ad esempio in alcuni Paesi come il Regno Unito, la mortalità per tumore del collo dell’utero negli ultimi 20 anni è dimezzata. E’ fondamentale però che l’accesso ai servizi e alle terapie oncologiche, esistenti, arrivino a tutti, in ogni angolo del mondo.

Il cancro è il mio destino

Anche questo è un pregiudizio pericoloso che induce ad un atteggiamento a rischio: con le giuste strategie, un terzo dei tumori più comuni può essere prevenuto. La prevenzione è il modo più economico e sostenibile per  ridurre il peso globale del cancro nel lungo termine. Un esempio? In cifre:  l’uso del tabacco, è legato al 71% delle morti per cancro al polmone, e rappresenta almeno il 22% di tutte le morti oncologiche; il tumore al fegato, al collo dell’utero e allo stomaco sono associati rispettivamente ad infezioni da virus dell’epatite B (HBV), papillomavirus umano (HPV), e da Helicobacter pylori (H. pylori). Vaccini e terapie esistono. In più c’è la questione dell’esposizione a una vasta gamma di cause ambientali. A livello politico ed individuale il cancro dunque non è più sempre una questione di destino: in taluni casi si può scegliere di evitarlo.

Foto: Thinkstock

Fonte: WCD