Affrontiamo l’emergenza rifiuti nel napoletano dal punto di vista della salute pubblica. Quanto influisce sulla qualità della vita e sul benessere dei cittadini il riemergere periodico di queste crisi, puntualmente scatenate dalle discariche sature, dagli inceneritori fuori uso, dalla spazzatura per le strade, alle quali fanno seguito i roghi di immondizia, gli scontri con le forze dell’ordine, la chiusura delle scuole ed i disordini ai quali stiamo assistendo in questi giorni, scenario peraltro già visto e rivisto negli ultimi anni, più o meno dal 1994?
Partiamo dall’associazione più lampante che viene in mente quando si parla di rifiuti, o meglio di quelli tossici che presumibilmente e verosimilmente la camorra infiltra nelle terre ormai avvelenate della Campania (e dell’intero Sud Italia): la relazione pericolosa con l’incremento dei tumori nella regione. Esiste un legame dimostrato tra l’aumento dei casi di cancro e la gestione fuori controllo della spazzatura?
Ebbene, su questo punto, è bene precisare che in Campania il registro dei tumori non è mai stato attivato, pertanto risulta difficile ottenere dati certi che dimostrino la relazione tra inquinamento e malattie. E con dimostrino intendiamo dati che possano avere un qualche valore in caso di processi. Tuttavia, da un’analisi commissionata dalla Protezione Civile che risale al 2004 qualche cifra a riguardo emerge e lo fa nella sua drammaticità. Si tratta di dati epidemiologici che si riferiscono al periodo di tempo compreso tra il 1995 ed il 2002 e che mettono in relazione la salute pubblica al problema della gestione dei rifiuti urbani e delle discariche abusive. Stando a queste cifre, si sarebbe registrato un aumento della mortalità maschile pari al 9% e della mortalità femminile pari al 12%. Riguardo ai tumori, il dato che ci interessa evidenziare, è un incremento dell’84% dei casi di tumore al polmone e tumore allo stomaco, di linfoma, sarcoma e malformazioni congenite.
Riguardo ai danni delle emissioni provocate dai roghi di spazzatura per le strade, quando c’è la mano della criminalità organizzata che agisce per mezzo, dietro o all’oscuro dei cittadini (questo è ancora un fenomeno poco chiaro), i rifiuti tossici vengono mischiati a quelli normali, per farne perdere le tracce. E così accade che entri in circolo nell’aria diossina, con quanto ne consegue per l’aumento delle intossicazioni e dei fattori di rischio per la salute correlati.
Altro problema riguarda le discariche abusive, specie nel casertano, che inquinano le campagne circostanti e dunque provocano la contaminazione dei prodotti agricoli coltivati in quelle terre.
Ciononostante, essendo il veleno dei rifiuti un veleno che uccide in sordina, lentamente, e non un’epidemia fulminante di colera, il ministro della Salute Fazio ha rassicurato la popolazione, nei giorni scorsi, sul rischio di un’emergenza sanitaria. Fermo restando il diritto di ognuno di spaziare o restringere il campo semantico del termine emergenza, un incremento dell’84% dei casi di tumore noi non sapremmo come altro definirlo se non, per l’appunto, un’emergenza. Voi che ne dite: si può parlare o meno di emergenza sanitaria in Campania o, come dice Fazio, il problema si limita alla puzza?