Vi è disparità di accesso alle cure in Europa per ciò che concerne il melanoma. Non sempre tutti i malati di questo tumore della pelle possono contare su terapie aggiornate e quindi più efficaci. E’ questo che si evince da un’indagine sul tema promossa dall’Esmo in tutti i paesi dell’Unione.
Non avere accesso a cure innovative significa non poter contare su degli strumenti salvavita. Si parla di immunoterapia, di cure a bersaglio molecolare che negli ultimi anni hanno davvero fatto la differenza tra la vita e la morte. Secondo l’indagine, nell’Eurozona sarebbero almeno 5mila le persone affette da melanoma che vengono curate in modo obsoleto. Nel corso del congresso annuale dell’Esmo Lidija Kandolf -Sekulovic, dermatologa all’Accademia Militare di Belgrado, ha sottolineato:
Prima del 2011 non c’erano grandi possibilità di trattamento per il melanoma metastatico, ma negli ultimi cinque anni sono arrivati, in clinica, farmaci che possono prolungare la sopravvivenza di questi pazienti fino a diciotto mesi, rispetto al passato e, in alcuni casi, anche oltre i dieci anni. Ma non sempre i pazienti hanno accesso a questi farmaci, soprattutto se vivono nei Paesi dell’Est e del Sud Est dell’Europa.
A seconda dei vari paesi le persone trattate in modo non idoneo passano dal 30% al 90% del totale dei malati. Una condizione che può e deve cambiare, uniformando l’accesso alle cure. In Italia le terapie avanzate contro il melanoma sono messe a disposizione dal Sistema Sanitario Nazionale: nivolumab ed ipilimumab sono i farmaci immunoterapici attualmente usati contro questo tumore. Dalla ricerca emerge disparità di accesso su base regionale, senza però eccessive ripercussioni per il momento.
Gli esperti vorrebbero che venisse raggiunta una copertura totale dei pazienti necessitanti trattamenti aggiornati contro il melanoma. Per fare si che questo avvenga è necessario rivedere, di concerto con le aziende produttrici dei farmaci, le politiche sociali di assistenza.
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