Novembre è il mese della sensibilizzazione a livello mondiale sul tumore al polmone, uno dei principali big killer assieme al cancro alla mammella, al colon e alla prostata. Si stima, infatti, che alla fine del 2013 i nuovi casi diagnosticati in Italia saranno circa 38mila, dei quali quasi il 30% nelle donne.
In occasione del mese della sensibilizzazione i massimi esperti del settore si sono riuniti al World Conference Of Lung Cancer che si è svolto a Sidney per esaminare nuove opzioni terapeutiche e da questa edizione del Congresso Mondiale sono emerse interessanti novità sui farmaci biologici. Come spiega il prof. Filippo de Marinis, Direttore Oncologia Toracica IEO, Milano
Attualmente le terapie a disposizione degli oncologi comprendono farmaci chemioterapici che danneggiano il DNA delle cellule e farmaci biologici, come erlotinib, che agiscono su uno specifico bersaglio impedendo la trasmissione di segnali all’interno della cellula che portano alla crescita del tumore. Queste opzioni terapeutiche rientrano in quella che è definita la personalized healthcare il cui obiettivo è analizzare le anomalie geniche di uno specifico tumore e garantire cure più efficaci con minori effetti collaterali; a questo consegue un miglioramento della qualità di vita del paziente dal momento che questi farmaci non presentano gli effetti tossici della chemioterapia.
Alcuni farmaci biologici oltre che avere minori effetti collaterali prevedono una somministrazione orale, consentendo al paziente di curarsi a casa, senza l’obbligo di recarsi in ospedale, se non per i controlli di routine. È chiaro che per i malati di tumore al polmone, per i quali l’aspettativa di vita è drammaticamente ridotta, il tempo ha un valore diverso, ecco perché garantire una buona qualità di vita è un traguardo importante.
La forma più comune di tumore del polmone è quella non a piccole cellule. Alcune forme sono caratterizzate dalla presenza di mutazioni del gene MET o mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico, EGFR. Al momento per le forme tumorali causate dalle mutazioni di alcuni geni esistono dei farmaci in grado di spegnere il processo di sviluppo del tumore. Tra le nuove terapie in sviluppo anche l’immunoterapia. Attualmente, è in fase di studio una molecola che agisce bloccando PD-L1 (una proteina specifica) e aiutando quindi il sistema immunitario a riconoscere ed attaccare il tumore.
Photo Credit| Thinkstock