Combattere la salmonella con un batterio probiotico comune, uno di quelli che solitamente vengono utilizzati per trattare la sindrome del colon irritabile o colite e aiutare il ripristino della flora batterica intestinale. Lo propongono i ricercatori dell’Università della California e di quella di Washington.
Una lotta tra batteri nelle quale il probiotico sembrerebbe uscire vincitore anche contro un agente patologico come quello della salmonellosi , la peggiore delle intossicazioni alimentari che un essere umano può contrarre. Essa di solito si contrae attraverso la contaminazione del cibo. I suoi sintomi principali, il vomito e la diarrea, debilitano in modo acuto l’organismo, creando diversi problemi. Gli scienziati statunitensi vogliono combatterlo attraverso l’utilizzo dell’Escherichia Coli: un batterio di norma buono nell’intestino e pericoloso solo se ingerito per via orale.
Lo studio relativo, pubblicato sulla rivista di settore Cell Host and Microbe spiega come l’Escherichia Coli (in particolare quella del ceppo Nissle 1917) sia in grado di bloccare un nutriente che il batterio della salmonella utilizza per replicarsi, ovvero il ferro, assorbendolo prima di lui e portando la presenza di salmonella all’interno dell’intestino a scendere esponenzialmente. Commenta la dottoressa Manuela Raffatellu, tra le firmatarie della ricerca dell’università californiana:
Anche se ci siamo concentrati sulla salmonella, i nostri risultati suggeriscono che questo approccio può essere efficace contro altri batteri patogeni intestinali che hanno bisogno di ferro per crescere. Per capire come questi “batteri cattivi” ottengono le sostanze nutrienti, possiamo studiare ulteriori metodi per sradicarli.
Non è la prima volta che degli agenti patogeni considerabili per noi dannosi, posti in contrasto l’uno con l’altro, riescono a dar vita a soluzioni “potenzialmente applicabili” per combattere malattie per noi “scomode” da affrontare. Certo, bisogna ancora comprendere come trasformare questa scoperta relativa al probiotico in una terapia applicabile per un corretto utilizzo quotidiano, ma l’aver scoperto i frutti di questa interazione ha di sicuro aperto la strada per la ricerca di un nuovo approccio.
Fonte | Cell Host and Microbe
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