Il ruolo della flora batterica intestinale potrebbe essere determinante per la comparsa della sclerosi multipla nei soggetti geneticamente predisposti. A sostenerlo, uno studio condotto dai ricercatori del Max Planck di Neurobiologia a Martinsried a Monaco di Baviera, in Germania, pubblicato recentemente su “Nature”.
La sclerosi multipla è una malattia molto complessa, tuttavia tra i fattori scatenanti, ci sono in primis la predisposizione genetica, e in secondo luogo i fattori ambientali. Per la medicina, la flora intestinale rappresenta un fattore ambivalente. Nell’intestino umano, infatti, hanno sede circa 100 miliardi di batteri di 2.000 specie diverse. Questi microrganismi, sono essenziali per la digestione e per lo sviluppo intestinale, ma potrebbero essere la molla scatenante delle malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide o il morbo di Crohn.
I ricercatori, sono partiti da un precedente studio che aveva messo in evidenza come le lesioni della sclerosi multipla fossero delle alterazioni infiammatorie conseguenti ad un attacco combinato da parte degli autoreattivi T e dei linfociti B contro la materia bianca del cervello.
Da questa osservazione è partita la sperimentazione su cavie da laboratorio geneticamente modificate. Disattivando la flora batterica i roditori hanno prodotto dosi inferiori di linfociti T ed i linfociti B e non hanno attaccato la mielina. Quando poi la flora batterica è stata ripristinata, si è verificata ancora l’infiammazione al cervello.
Come spiega il il dottor Wekerle, coordinatore della ricerca:
I nostri risultati suggeriscono che il sistema immunitario è la forza motrice. Siamo certi che la flora inneschi una reazione eccessiva del sistema immunitario contro lo strato di mielina in persone con una predisposizione genetica per la sclerosi multipla. Pertanto, l’alimentazione potrebbe giocare un ruolo centrale nella malattia, dato che la dieta determina la gran parte dei batteri che colonizzano l’intestino.
La sclerosi multipla, infatti, attacca proprio il sistema immunitario causando la perdita di mielina nella materia bianca del cervello e del midollo spinale, tuttavia si sa ancora molto poco sulle cause di questa malattia, e la ricerca indica che l’alimentazione potrebbe giocare un ruolo chiave.