Sono 800 mila le persone che muoiono ogni anno di malaria in Africa. Gran parte di esse sono bambini con meno di 5 anni. La malaria è una delle malattie che provocano più vittime nel Continente africano, insieme all’Aids e alla tubercolosi. Ma come per il virus Hiv, anche per quello della malaria la scienza è vicina alla soluzione del problema.
E’ infatti allo studio già da qualche anno, il vaccino per combattere questo terribile male. Finanziato dalla fondazione Bill e Melinda Gates, i risultati sono stati presentati alla conferenza sulla malaria di Nairobi, Kenya, che si chiude oggi. Le prospettive sono ottimali. Infatti si prevede che, a pieno regime, esso potrà avere un’efficacia dell’80%.
Spiega Christian Loucq, direttore dell’organizzazione non governativa PATH Malaria Vaccine Initiative (MVI) in una dichiarazione al giornale Jeune Afrique:
Siamo nella fase tre di valutazione clinica del vaccino RTS, S, che ha già mostrato un tasso di efficacia del 53% negli ultimi test fatti in Kenya e Tanzania. Si tratta di un risultato eccellente, con il quale entriamo nell’ultima fase di sperimentazione, che durerà 35 mesi, con ottime possibilità di riuscita. Ritengo che fra cinque anni avremo a disposizione un vaccino per la commercializzazione.
Siamo sulla buona strada dunque, ma non è ancora abbastanza. Come affermano gli stessi scienziati, per migliorare la situazione e debellare definitivamente questa terribile malattia bisogna incentivare le politiche che riguardano l’installazione di zanzariere e l’uso di insetticidi.
L’unica cosa che può fare la scienza, da parte sua, è continuare la ricerca verso nuovi farmaci, come quello che si sta sperimentando in questi ultimi tempi, che pare debba accompagnare il vaccino anti-malaria. Si tratta di un secondo vaccino che dovrebbe impedire il passaggio del virus da umano a umano, mentre il primo dovrebbe bloccare il passaggio dalla zanzara all’uomo. Le prime sperimentazioni potrebbero cominciare a breve, sotto il controllo dell’Oms, in Burkina Faso, Gabon, Ghana, Kenya, Malawi, Mozambico e Tanzania, e potrebbero riguardare 16 mila bambini.
[Fonte: Repubblica]