Trenta anni: un compleanno davvero particolare per l’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita. Una patologia molto particolare per la quale ancora non si è trovata una cura definitiva, ma che il progresso in campo medico ha trasformato nella maggior parte dei casi da malattia killer a malattia cronica, quasi al pari del diabete.
Una malattia dai connotati molto oscuri, una sorta di tumore del sangue in grado di abbattere completamente le difese immunitarie di chi ne è colpito e che oggi è tenuta sotto controllo da farmaci retrovirali sempre più efficienti.
Era il 5 giugno del 1981 quando il magazine del cento del controllo per le malattie di Atlanta pubblicò per la prima volta un report relativo alla malattia. E’ proprio in quell’anno che la malattia si diffuse negli States e venne ufficialmente scoperta. Fu per merito e disgrazia personale di Gaetan Dougas, un uomo particolarmente piacente che si ammalò di sarcoma di Kaposi proprio nel 1981. Steward dell’Air Canada, volava spesso fra Nord America edAfrica e consumava rapporti non protetti. Viene comunemente considerato il paziente zero dalla medicina. E per molto tempo, a causa della sua omosessualità, furono molti i pregiudizi legati ai gay ed alla malattia. Pregiudizi disastrosi non solo a livello sociale, ma anche medico che favorirono, per ignoranza, la diffusione della patologia, dalla quale gli “etero” per anni si sentirono immuni.
Ce ne è voluto di tempo, ma ora si è ben coscienti che si tratta di una malattia trasmissibile per via sessuale e per scambio di sangue infetto. Che il contatto pelle a pelle, a meno di presenza di sangue, non è rischioso, e che ci si può baciare senza incorrere in problemi. E che soprattutto, una persona malata di Aids è come tutte le altre: un tempo i bambini venivano scansati a scuola e le persone licenziate come appestate.
In questi ultimi 30 anni la medicina, sebbene sia ancora alla ricerca di un vaccino, di una cura in grado di debellare l’Aids, è stata in grado di mettere a punto terapie mirate ad una qualità di vita impensabile negli anni 80 e 90 quando la patologia non faceva distinzioni tra ricchi e poveri e vip e gente comune. Il frontman dei Queen, Freddy Mercury morì di Aids nel 1994.Al contrario di Magic Johnson che convive con la malattia ed è uno degli attivisti più in prima linea attualmente.
La storia vuole che il primo contagio passò dalla scimmia africana all’uomo, attraverso il consumo da parte di alcuni operai di carni infette. Quel che è certo è che dal 1981 fino ad ora sono morte 25milioni di persone per il virus e le sue complicanze. Ed oltre 31 milioni sono le persone infette. La mortalità, nonostante le cure, specialmente nei paesi in via di sviluppo è ancora alta. La speranza e l’impegno dei medici è quella di trovare una cura al più presto per chiudere una delle pagine della medicina che hanno richiesto il più alto tributo di sangue fino ad ora.
Articoli correlati:
Aids, la pillola preventiva funziona