Influenza 2016-2017: che tipo di vaccino verrà utilizzato e chi dovrà sottoporvisi? E il virus nello specifico, cosa comporta per le persone che ne rimarranno contagiate? Cerchiamo di rispondere a queste domande grazie al Ministero della Salute.
Vaccino influenza 2016-2017
Il vaccino per l’influenza 2016-2017 è già stato messo a punto dagli esperti. Esso verrà distribuito a partire da metà ottobre circa come ogni anno sarà elargito gratuitamente agli anziani ed a tutte quelle persone considerabili a rischio secondo la circolare dedicata del ministero, come ad esempio quella degli operatori sanitari. Soprattutto quest’ultimi possono incorrere in una maggiore possibilità di contagio per di una potenziale più frequente esposizione al virus. Rimane il fatto che la prescrizione da parte del medico di famiglia ed il consente acquisto del vaccino antinfluenzale è ampiamente consigliata in generale a tutta la popolazione. Quest’anno la sua formulazione è la seguente:
- ceppo A/California/7/2009 (H1N1)
- ceppo A/Hong Kong/4801/2014 (H3N2)
- ceppo B/Brisbane/60/2008.
Virus dell’influenza 2016-2017
Il virus dell’influenza 2016-2017 appartiene al ceppo A/H3. Rilevato in netto anticipo rispetto agli altri anni si stima che possa raggiungere il suo picco intorno ai mesi di dicembre-gennaio. E’ importante sottolineare che nello specifico questa varietà di influenza è in grado di causare sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale: ci si potranno quindi aspettare dei casi di influenza intestinale, anche senza febbre. La sintomatologia dell’influenza 2016-2017 potrà manifestarsi in questo modo:
- dolori muscolari
- raffreddore
- nausea
- vomito
- sudorazione
- brividi
- mancanza di appetito
- diarrea
- febbre
- mal di testa
- malessere generale
- tosse
Per approcciare questa patologia in maniera corretta basta assumere degli antipiretici per far scendere la febbre e rimanere idratati il più possibile. Piccoli pasti leggeri, principalmente a base di frutta e verdura e brodi, sono più che sufficienti per aiutare il corpo a riprendersi. Nessun antibiotico è necessario a meno che il medico non rilevi delle conseguenze a carico dell’apparato respiratorio di tipo batterico.
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Fonte | Ministero della Salute
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