L’influenza aviaria in Cina continua a preoccupare: sette nuovi casi di contagio dal ceppo H7N9 sono stati registrati tra il paese sopracitato, Taiwan ed Hong Kong, portando la conta finale dei contagiati a 175. Lo comunica l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sembra un numero ancora tanto piccolo, ma dobbiamo ricordare che questo ceppo di influenza aviaria è potenzialmente mortale e che sotto la sua scure sono morte già 50 persone. Perché la preoccupazione è risalita in queste settimane? E’ presto detto: in meno di due settimane sono stati in tutto 31 i nuovi casi registrati e la paura è quella che il virus dell’influenza abbia trovato il modo di diffondersi per via umana, e non saltando la specie come è accaduto finora tra volatili e uomo. Secondo gli scienziati lo spettro della pandemia potrebbe diventare reale.
La mortalità da H7N9 continua inoltre ad essere una possibilità in ognuno dei contagi, e quando il paziente ha la fortuna di non soccombere al virus, va sottolineato che le sue condizioni di salute rimangono da critiche a gravi a lungo. Per molti di questi pazienti contagiati, l’esposizione al pollame ed ai mercati ad esso relativi è stata comprovata. Per coloro la cui origine dell’attacco del virus non è stata verificata si è ancora al lavoro per capire se vi possa essere stato un contagio di tipo inter-umano. Prove di questo “scambio” infatti non sono ancora nelle mani degli scienziati.
Gli esperti al momento suppongono che questa crescita dei casi sia dovuta anche al naturale incremento del girare dei virus influenzali tipici dell’inverno che sta colpendo la Cina ed i paesi orientali, così come tutto l’emisfero settentrionale. L’attenzione delle autorità sanitarie cinese è settata al suo massimo: si vuole infatti evitare con tutte le forze la nascita di una pandemia di un simile virus, attualmente pericoloso, di cui non si sa ancora tutto e che risulta essere potenzialmente mortale.
Organizzazione Mondiale della Sanità
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