L’Organizzazione mondiale dela Sanità ha dato il via libera alla somministrazione del vaccino antinfluenzale e anticovid insieme: la scelta è stata dettata dai dati raccolti fino a questo momento e anche in base alle notizie provenienti da alcuni paesi, come gli Stati Uniti, che hanno già iniziato a eseguire questo tipo di somministrazione con le dosi booster.
Non vi sono evidenze di aumento eventi avversi
Al momento, viene sottolineato “le evidenze” sono “limitate sulla co-somministrazione di vaccini influenzali stagionali inattivati con vaccini Covid-19“, ma i dati finora raccolti a riguardo non hanno palesato l’esistenza di eventi avversi in aumento. Con il progredire dell’autunno malattie da raffreddamento e influenza tenderanno a colpire con maggiore frequenza le persone e riuscire a dare soprattutto ai più necessitanti una protezione aggiuntiva che possa portarli a superare l’inverno senza troppi problemi di salute.
Il Sage, il comitato di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle vaccinazioni ha spiegato che esistono le condizioni, nonostante le evidenze non siano eccessivamente numerose, per poter inoculare allo stesso momento sia il vaccino anticovid che quello antinfluenzale dato che nei casi nei quali al momento è avvenuto non è stato riscontrato un aumento di reazioni avverse. E dato che la fascia di popolazione adulta per le quali è raccomandato il sottoposi alla vaccinazione antinfluenzale è anche quella “a rischio di sviluppare Covid grave“, per il comitato di scienziati “la somministrazione contemporanea di un vaccino antinfluenzale inattivato e di qualsiasi vaccino Covid-19 autorizzato dall’Oms per l’uso di emergenza è accettabile e massimizzerà l’assorbimento di entrambi i vaccini“.
Farsi trovare pronti all’arrivo dell’influenza
Come ricorda anche l’Organizzazione mondiale della Sanità l’influenza stagionale, che molti considerano una malattia spesso “stupida” e priva di conseguenze, colpisce ogni anno oltre un miliardo di persone, portando allo sviluppo di una forma grave per 3-5 milioni di pazienti che potrebbero necessitare di cure ospedaliere causando il decesso di 290 mila- 650 mila individui ogni anno.
E per tale ragione che, tra le altre cose, il Sage consiglia a tutti i paesi d’iniziare con i propri programmi di vaccinazione contro l’influenza, occupandosi principalmente di operatori sanitari, malati cronici, donne in gravidanza e anziani ed eventualmente anche “bambini e persone ad alto rischio di influenza grave, che vivono in contesti comunitari come carceri, strutture di assistenza a lungo termine, campi per profughi o richiedenti asilo, case famiglia“.
E’ importante che con l’arrivo dell’influenza le persone possano contare su un programma d’immunizzazione importante che riesca a proteggerle dalle conseguenze più gravi di un eventuale contagio di Covid-19 o influenza.