Un superantibiotico contro i superbatteri, messo a punto dagli scienziati della Northeastern University di Boston, è in grado di uccidere i batteri resistenti ai normali antibiotici. Vediamo insieme come funziona.
Nello specifico parliamo della teixobactina, che è in grado di combattere i tre batteri più pericolosi per l’uomo in quanto non sensibili agli attuali medicinali: Clostridium difficile, il Mycobacterium tuberculous e lo Staphylococcus aureus. Secondo gli scienziati i ceppi che il superantibiotico sarà in grado di combattere potrebbero diventare resistenti a questo nuovo farmaco fra circa 30 anni. Lo studio, pubblicato su Nature, per spiegare come si è arrivati a questa formulazione ha ricostruito la storia degli antibiotici sottolineando che la maggior parte di quelli finora ottenuti erano prodotti analizzando i batteri presenti nel suolo e che nel giro di pochi anni quelli coltivabili in laboratorio si erano già esauriti più o meno negli anni ‘60.
Il coordinatore dello studio, il dott. Kim Lewis ha scoperto che la teixobactina riesce a legarsi a bersagli multipli come le molecole di lipidi. Evitando le proteine e non agendono come gli altri antibiotici, rallenta lo sviluppo di resistenze. Quello dei superbatteri è una minaccia che ormai da anni pende sopra le nostre teste. I dati sulla resistenza agli antibiotici presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità raccontano di tubercolosi iper-resistenti e infezioni da Escherichia coli difficili da eliminare: malattie che possono risultare mortali.
E l’Italia è uno dei paesi piùa rischio. Il cattivo utilizzo degli antibiotici da parte degli italiani ha portato la resistenza di alcuni ceppi batterici alle stelle. Un esempio? La resistenza ai carbapenemi del batterio Klebsiella Penumonie nel nostro paese è tra il 25% e il 50% come quella nei confronti delle cefalosporine. Allo stesso livello troviamo la resistenza dell’ Escherichia Coli e Acinetobacter e quella dello Stafilococco Aureo, in ribasso in tutta Europa. Il fatto che sia stato messo a punto un superantibiotico è ovviamente una cosa positiva, ma cosa faremo tra 30 anni quando a causa del nuovo farmaco i batteri saranno diventati ancora più forti?
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