Osservando un malato di Alzheimer, ciò che viene subito da pensare è che si sia dimenticato tutto della sua vita. In parte è vero, in quanto i pazienti affetti da questa e da altre malattie neurologiche dimenticano facilmente gli avvenimenti e i particolari anche se accaduti pochi minuti prima, ma non è del tutto vero che non ricordano nulla. Se infatti hanno provato un’emozione, positiva o negativa che sia, se la ricorderanno.
E’ quanto affermano Justin Feinstein e Dan Tranel, ricercatori dell’Università dell’Iowa, i quali hanno osservato questo processo piuttosto singolare che avviene nella mente umana. Ultimamente sono molte le case farmaceutiche che stanno testando pillole miracolose per cancellare i brutti ricordi, ma secondi i ricercatori americani tutto potrebbe essere inutile se alla fine l’emozione che quel ricordo cancellato ha prodotto rimane ancorata nel nostro cervello.
I due scienziati hanno provato la loro teoria su un gruppo di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer a cui hanno fatto vedere dei film. In alcuni di essi si suscitavano emozioni positive come l’allegria, in altri le emozioni erano negative come la tristezza. Intervistati dopo la fine del film, i pazienti dimostravano di non ricordare quasi nulla del film, ma dopo le domande giuste che testavano il loro stato emotivo, era evidente come le emozioni suscitate dalla pellicola rivenivano immediatamente a galla nella mente dell’anziano.
I pazienti continuano a provare le emozioni scatenate dal film, la tristezza più a lungo della felicità, entrambi i sentimenti durano molto più a lungo di quanto persista in loro il ricordo del film
ha concluso Feinstein. Questa ricerca è finalizzata al miglioramento del trattamento dei malati di Alzheimer, per potergli concedere un’assistenza più adeguata. Infatti non è sufficiente che ci sia una persona al loro fianco che serva solo per le funzioni primarie (mangiare, lavarsi e dormire), ma per migliorare la qualità della vita bisogna puntare anche sulle emozioni. Se un parente va a fare visita all’anziano malato, magari in lui rimarrà poco del ricordo di ciò che si sono detti, ma di certo rimarrà indelebile la felicità di quell’incontro.
[Fonte: Ansa]