E’ stata inaugurata ufficialmente ieri, la prima UCRI (Unità di Cure Residenziali Intensive), interamente pubblica, dedicata alle persone in stato vegetativo o di minima coscienza, realizzata presso l’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma. Ricordate? Ve ne avevamo già parlato (qui) dando la parola all’associazione Cittadinanzattiva che aveva assistito i familiari dei pazienti fino al trasferimento avvenuto lo scorso 8 Febbraio. Viva soddisfazione era stata espressa da tutti, per l’ottima struttura realizzata.
E’ la prima del suo genere nel nostro paese, realizzata all’interno di un DEA (Dipartimento d’emergenza e accettazione) di secondo livello, ma in ambienti separati, dotata dei comfort residenziali di cui genitori, compagni ed amici possono usufruire nel passare le giornate insieme ai loro cari malati. I pazienti in stato vegetativo o di minima coscienza necessitano di tanti stimoli e dunque la presenza di persone care è fondamentale, come la palestra per la fisioterapia, la televisione, la musica, medici e personale infermieristico specializzati.
E c’è tutto qui, per il loro ritorno alla vita. Oggi i pazienti ricoverati sono 8, ma la struttura è stata progettata per almeno 30 posti letto. Tutti, quanto mai necessari: le potenzialità terapeutiche e di primo soccorso sono migliorate molto negli ultimi anni. E dunque è aumentato progressivamente il numero delle persone a cui dopo un ictus o un incidente stradale viene salvata la vita: purtroppo in alcuni casi in condizioni di stato vegetativo, che ricordiamo significa autonomia respiratoria ed apparente mancanza di contatto con la realtà.
La struttura è stata inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dalla Governatrice della Regione Lazio Renata Polverini, che ha supportato la creazione della struttura e l’ha resa possibile in poco tempo. Ospite anche il Ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha affermato:
“Il nuovo reparto è la dimostrazione che il pubblico nel nostro Paese funziona e rappresenta anche un’evidente ripresa della sanità laziale”.
Vedremo. La strada è ancora lunga da percorrere in questo senso.
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[Foto: E. Zanini, Fonte: Regione Lazio]