Disturbo bipolare: spesso chi ignora cosa sia abusa di questa parola in modo errato, definendo in tal modo patologie psichiatriche completamente differenti. Conosciuto anche sotto il nome di “malattia maniaco depressiva“, il disturbo bipolare è molto diffuso in Italia. Almeno il 2% della popolazione ne soffre, per un totale di 1 milione di persone.
Come fare per distinguerlo da una normale, anche se non più sana depressione?Tra le due personalità polari coinvolte nella patologia è spesso quella depressa a spiccare, in almeno 2 casi su tre. Si tratta di quella più difficile da curare, specialmente se non riscontrata in tempo. Essa tende infatti a spingere il paziente alla dipendenza da sostanze come alcol e droga ed al suicidio.
Ci aiuta a capire meglio come distinguere la malattia dalla depressione il professor Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Fatebenefratelli di Milano. La differenza è riscontrabile riconoscendo lo stato di ipomania del malato, decisamente diverso da una guarigione della depressione.
I bipolari nella fase di ipomania sono euforici, creativi, grandi comunicatori, dinamici, grintosi, ma se si arriva alla mania, come accade nei casi più gravi, il coraggio diventa incoscienza, le passioni si accendono. Niente fa più paura: gioco d’azzardo, sesso senza precauzioni, acquisti irresponsabili. Non si avverte più il bisogno di dormire e mangiare. E, mentre calano le capacità cognitive e di concentrazione, ci si sente superiori, padroni del mondo. Chi tenta di porre ostacoli alla realizzazione dei desideri, anche i più folli, viene visto come un nemico da aggredire.
Si tratta di un disturbo che può essere tenuto sotto controllo, fermo restando il verificarsi di una diagnosi giusta e veloce, sottolinea il professore.
Una diagnosi difficile, certo, ma ci sono caratteristiche che aiutano a individuare il disturbo bipolare : disturbi del sonno, propensione all’irritabilità, all’impulsività, uso di alcol e stupefacenti, stili di vita molti “intensi”. Senza dimenticare la familiarità, non determinante, ma importante.
Statisticamente è provato che nella maggior parte dei casi si arrivi addirittura ai 10 anni prima che venga fatta una corretta diagnosi di disturbo bipolare. Un intervento radicale ed una cura intrapresa in tempo non solo abbattono in maniera decisa le problematiche sociali legate alla malattia, ma consentono di evitare una degenerazione del cervello, con conseguente perdita, provata da esami neurologici, di sostanza grigia e assottigliamento degli stati corticali cerebrali.
Con una corretta diagnosi e la conseguente cura è inoltre possibile evitare che il paziente sviluppi personalità estremamente psicotiche e depresse, evitando che arrechi danni a se stesso ed agli altri.
Fonte: Corriere della Sera