Troppo poca vitamina D potrebbe essere negativa, oltre che per le ossa, anche per il peso degli adolescenti. Ad indicarlo è una recente ricerca effettuata al Medical College della Georgia in uno studio su più di 650 ragazzi di età tra i 14 e i 19 anni, in cui si è rilevato che coloro che hanno riportato una più elevata assunzione di vitamina D avevano un inferiore tasso di grasso corporeo ed una minore quantità di grassi nel ventre, un tipo di grasso conosciuto come grasso viscerale, associato a rischi per la salute, come malattie cardiache, ictus, il diabete e l’ipertensione.
Il gruppo con la più bassa assunzione di vitamina D, soprattutto donne di colore, aveva superiori entrambe le percentuali. L’unico dato in disaccordo con tutto questo è che gli uomini di colore presentavano una più bassa percentuale di grasso corporeo e viscerale, anche se la loro assunzione di vitamina D era al di sotto dei livelli raccomandati. Solo un gruppo, i maschi bianchi, rispondeva alla teoria della vitamina D.
Questo studio è stato un tentativo che, mentre non può dimostrare che l’aumento nell’assunzione di vitamina D causa il più basso grasso corporeo, ci fa sapere che c’è un rapporto che deve essere ulteriormente approfondito.
Queste le prime parole del Dr. Yanbin Dong, un genetista molecolare e cardiologo presso l’Istituto MCG Gerogia prevenzione, durante la presentazione del proprio studio.
Sappiamo già che la possibilità nei ragazzi di ottenere una quantità adeguata di vitamina D nelle diete contribuirà ad avere un corpo sano in cui crescere e svilupparsi. Ora abbiamo bisogno di fare studi sull’intervento da assegnare ai ragazzi, che riguarda supplementi di vitamina D per determinare se vi è un rapporto di causa ed effetto tra l’assunzione di vitamina D ed il grasso.
L’American Academy of Pediatrics raccomanda agli adolescenti di assumere almeno 400 unità di vitamina D al giorno dal latte o dall’esposizione al sole. Mediamente ci sono 100 unità in un bicchiere di latte intero. La dose giornaliera consigliata di ricezione del sole richiederebbe almeno 30 minuti di un’adeguata esposizione alla luce diretta per due o tre volte a settimana nelle ore di punta, tra mezzogiorno e le 15:00. Se proprio non si riesce a stare al sole, o se ci si copre troppo per evitare scottature, si può assumere questa vitamina anche da alcuni alimenti, come i pesci grassi ed il fegato. Secondo un altro autore della ricerca, la dottoressa Stallman-Jorgensen, ci sono molte ragioni che collegano la carenza da vitamina D nei giovani al rischio di contrarre diabete, cancro e malattie cardiovascolari.
[Fonte: Sciencedaily]