Home » MEDICINA DELL'ALIMENTAZIONE » Anoressia e Bulimia » Obesità, bulimia e depressione, muore la donna più grassa d’Inghilterra

Obesità, bulimia e depressione, muore la donna più grassa d’Inghilterra

 

Obesità e bulimia l’hanno condotta lentamente alla morte. E’ una storia che lascia l’amaro in bocca, quella di Sharon Mevsimler, meglio conosciuta come la donna più grassa d’Inghilterra. Non mi piace però questa definizione. Preferisco definirla come la madre di 4 figli che a 40 anni è arrivata a pesare 285 chili a causa della sua malattia: la bulimia

Era ricoverata in un ospedale a Chelmsford, nell’Essex, già da qualche tempo, da quando le sue condizioni di salute erano peggiorate ed era stato necessario stabilire per lei una dieta dimagrante rigorosissima. Ma qualcosa turbava la donna. In un’intervista televisiva poco tempo fa, Sharon aveva fatto una drammatica denuncia sulle sue condizioni:

“Mi lasciano morire perché sono obesa e nessuno ha simpatia per quelli come me. Se fossi stata anoressica avrei ricevuto le cure adeguate.”

L’accusa era rivolta al sistema sanitario pubblico che, sembra,  le aveva negato la possibilità di sottoporsi ad un intervento di by-pass gastrico, necessario per dimagrire. La donna si è sentita abbandonata da chi avrebbe dovuto prendersi cura di lei: medici e istituzioni.

La famiglia invece è sempre stata molto presente. Bulent il marito, aveva addirittura lasciato il lavoro per assisterla giorno e notte. Anzi, a detta della struttura ospedaliera che l’ha ospitata fino alla fine, i suoi cari potrebbero in qualche modo averla aiutata a morire. Non è dato sapere al momento se questo è vero e se ci sia stata o meno una forma di volontarietà.

Si è scoperto infatti che la donna, dopo varie insistenze era riuscita a farsi portare del cibo di nascosto, in ospedale, in più occasioni: pollo fritto e “fish and chips” i suoi alimenti preferiti, ma di certo non i più dietetici.

Un medico ha affermato in un’intervista:

“Si è autodistrutta, ha mangiato fino alla morte, avvenuta per arresto cardiaco”.

Dal Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, un commento simile:

“ Non ha mai smesso di mangiare. Aveva un serio problema di rapporto con il cibo, ma non ha fatto nulla per aiutarsi. Chi l’ha visitata in ospedale portandole da mangiare, non le ha fatto di certo un piacere”.

E’ vero, il rapporto di Sharon con il cibo non era sano e sicuramente lei non ha fatto molto per salvarsi: ma questo fa parte delle malattie di cui soffriva.

Spesso i bulimici e gli obesi tendono all’autodistruzione, inconsciamente, non si vogliono bene, hanno difficoltà a prendersi cura di loro.

Ci voleva qualcuno che le insegnasse a fare queste piccole grandi cose. Sin dal primo giorno, quando da giovane neomamma normopeso ha avuto una seria depressione post-partum, che l’ha condotta verso tutto il resto.