Batterio killer, morto il primo bambino

Continua la scia di vittime del batterio killer. Questa volta l’Escherichia coli ha ucciso per la prima volta un bambino. Il piccolo aveva solo due anni ed era originario del nord della Germania. Ad annunciare la morte del bambino le autorità del luogo di provenienza dello stesso. In questa maniera salgono a 37 le vittime di questa contaminazione: 36 tedeschi ed  uno svedese. Il bimbo è deceduto nell’ospedale di Hannover.

Epidemia di Escherichia coli: il batterio è sui legumi, ma non è più attivo

Una buona notizia ed una cattiva arrivano dalla Germania in merito alla vicenda del batterio killer. Sperando che le autorità non abbiano preso l’ennesima cantonata e non abbiano nuovamente sbagliato a puntare il dito, pare che finalmente il vettore del contagio sia stato trovato.

Si tratta dei legumi in generale, ed in particolare si vocifera che possa trattarsi dei fagioli, anche se adesso le autorità si guardano bene dal dire con certezza il nome di qualche prodotto pericoloso. Secondo l’Istituto Sanitario tedesco Robert Koch, le persone che hanno mangiato germogli di legumi hanno 9 volte in più la possibilità di rimanere infettati dal batterio dell’Escherichia coli.

Epidemia di Escherichia coli: trovato il batterio nel salame di cervo e primo caso in Italia

C’è una buona notizia ed una cattiva a proposito della vicenda dell’Escherichia coli. La cattiva è che un batterio simile, produttore di tossine, è stato trovato anche in Italia, nel salame di cervo. Secondo le autorità non dovrebbe trattarsi dello stesso identico tipo di quello trovato in Germania, ma in ogni caso va sempre specificato che finora non ha provocato contagi nel nostro Paese.

La buona notizia è che pare finalmente che il batterio sia sotto controllo. Le 18 vittime sono rimaste invariate da quasi una settimana (anche se si sospetta di un decesso avvenuto questa notte, sempre in Germania), ed anche il numero dei casi accertati sembra essersi stabilizzato. Probabilmente è bastato che i consumatori stessero più attenti, lavando bene le verdure, per bloccare l’insorgenza della malattia in nuovi soggetti.

Epidemia di Escherichia coli, oltre 2000 contagi e nuovi sospetti sulle cause

Nonostante gli scienziati di tutt’Europa continuino a brancolare nel buio, il problema del batterio di Escherichia coli emorragica che sta contagiando migliaia di persone comincia a delinearsi più chiaramente. Secondo le ultime ricerche sembra che la causa di tutto sia attribuibile ad un concime infetto utilizzato per la verdura.

Si spiegherebbe così l’origine del batterio che gli scienziati si dicono certi di natura animale, ma che pare diffondersi così rapidamente perché il vettore sono proprio i prodotti della terra. Non solo cetrioli dunque, ma anche insalata e pomodori, come quelli sospettati essere la causa di un decesso che potrebbe essere il diciannovesimo dall’inizio dell’allarme, il secondo al di fuori della Germania.

Epidemia di Escherichia coli: i cetrioli non c’entrano

Allarme rientrato, i cetrioli non sono la causa dell’epidemia di Escherichia coli. Ad annunciarlo è l’Istituto di Amburgo che proprio la settimana scorsa aveva indicato questi ortaggi come il principale vettore del contagio. Secondo il Ministro della Sanità della Città-Stato Cornelia Pruefer-Storcks, i batteri trovati nelle analisi sui cetrioli spagnoli sarebbero diversi dagli Ehec, l’Escherichia coli enteroemorragica che avrebbe causato la morte di 16 persone, ma si tratterebbe di una diversa specie, l’E. Coli Vtec O104.

A dir la verità le analisi non sono complete, ma quelle effettuate finora sia sui cetrioli spagnoli che su quelli olandesi sono risultate sempre negative. Intanto, secondo l’European Centre of Disease Control and Prevention, finora i casi accertati di contagio dall’Escherichia coli avvenuti al di fuori della Germania risultano soltanto in persone che avevano viaggiato, nei giorni precedenti, nelle regioni tedesche colpite.

Epidemia di Escherichia coli, 10 vittime e diffusione in mezza Europa

Il cosiddetto “batterio killer” comincia a farsi preoccupante dato che ha raggiunto diversi Paesi europei. Secondo le ultime stime infatti sarebbero stati registrati almeno 25 casi in Svezia, 7 in Danimarca, ed alcuni anche in Gran Bretagna, Austria, Svizzera, Olanda e Repubblica Ceca, oltre che in Germania, mentre l’allarme è stato lanciato anche in Ungheria e Lussemburgo in quanto il Ministero dell’Agricoltura tedesco ha ammesso che alcune partite di cetrioli sono state vendute anche in quelle zone.

Le vittime intanto sono salite a 10, con il numero dei contagiati ormai difficilmente calcolabile, ma che sicuramente ha superato il migliaio di persone, secondo il centro europeo per la prevenzione e il controllo, il quale ha anche garantito che finora l’Italia è esente dal contagio.

Epidemia di Escherichia coli, la situazione in Italia

Cominciamo con il tranquillizzare tutti: in Italia non si sono registrati casi di Ehec, la forma di Escherichia coli che ha causato il ricovero di circa 1000 persone in Germania ed il decesso di 6 pazienti. E allo stato attuale sembra anche difficile un contagio nel nostro Paese, anche se le autorità sanitarie preferiscono non escludere nessuna possibilità.

La situazione dell’epidemia vede segnalazioni in altri 6 Paesi dell’Unione Europea, oltre alla Germania. Ci sono infatti anche Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Austria e Svizzera, ma qui c’è il primo interrogativo, stranamente non c’è la Spagna. Eppure i cetrioli “incriminati”, quelli che si diceva potessero essere i vettori del batterio killer, sono partiti proprio da lì.

Epidemia di Escherichia coli, la causa potrebbe essere nei cetrioli spagnoli

E’ stato forse individuato il vettore che ha portato all’epidemia in Germania di Escherichia coli, la quale ha già fatto 4 vittime. Potrebbe trattarsi di una partita di cetrioli provenienti dalla Spagna, ma che oltre a contagiare la Germania in maniera preoccupante, potrebbe aver raggiunto anche la Svezia, la Gran Bretagna e i Paesi Bassi.

Denominato, forse un po’ troppo tragicamente, batterio killer, l’E. coli è stato identificato dall’Istituto di Igiene di Amburgo in questi cetrioli, e l’annuncio è stato fatto direttamente dal Ministero della Salute, insieme agli ultimi dati sulla diffusione. L’epidemia infatti non riguarda più soltanto il Nord del Paese, ma si è estesa in altre Regioni, arrivando a coinvolgere 600 persone, di cui se ne contano almeno 140 in condizioni gravi.

Epidemia di Escherichia coli in Germania, già 3 vittime

Dopo la carne alla diossina, le mozzarelle blu ed altri rischi alimentari, ecco che arriva un altro allarme dalla Germania, che però al momento sembra non dover interessare l’Italia: un’epidemia di Escherichia coli. Si tratta di un batterio che normalmente vive nell’intestino di esseri umani e animali a sangue caldo, e nella gran parte dei casi non provoca danni. Alcuni ceppi però possono essere pericolosi e portare a malattie anche mortali, come sta avvenendo in questi giorni tra i tedeschi.

Il primo caso si è registrato 10 giorni fa in una donna di 83 anni, ricoverata per diarrea sanguinolenta. Qui è stato registrato il primo caso di sindrome emolitico-uremica, il primo di una lunga serie, almeno 80 in poco più di una settimana, che diventano 400 considerando anche le altre patologie associate, che hanno portato al decesso già tre persone.

Uova alla diossina, rischi per l’Italia: Ministero della Salute rassicura

Ancora sull’allarme uova alla diossina che è scattato nei giorni scorsi in tutta Europa per la presenza di mangimi contaminati in Germania. L’azienda produttrice, lo stabilimento Hales e Jentzsch, è stata imputata per comportamento criminale dalla magistratura tedesca, e si è assistito  alla chiusura di oltre 4700 allevamenti animali sul territorio nazionale.
I test sulle uova hanno riportato esiti allarmanti registrando una presenza di diossina in alcuni campioni di 77 volte superiore al livello norma, fissato dall’UE in 0,75 nanogrammi di diossina per un chilo di grassi alimentari.

La contaminazione non è limitata alle uova, come si era ritenuto in un primo momento, ed include anche la carne suina, perché i mangimi prodotti usando biodiesel comprendevano prodotti destinati agli allevamenti di maiali. E ancora il pericolo è esteso al latte, ai preparati per dolci e maionese e a chissà quanti altri prodotti. Tanto che in Inghilterra ed Olanda si è già saputo della presenza sugli scaffali dei supermercati di merci a rischio importate dalla Germania. E in Italia?

La Germania approva il testamento biologico

Dopo tre anni di lunghe discussioni e battaglie, la Germania è riuscita a fare quello che l’Italia non è riuscita in 17, approvare la legge sul testamento biologico. Mentre da noi scoppiava il caso Eluana Englaro, nel Paese tedesco era già in vigore una norma secondo la quale esisteva almeno il concetto di testamento biologico.

In breve se una persona lasciava scritte le sue volontà, che riguardavano l’interruzione dell’alimentazione o il distacco di qualche altro macchinario che lo tenesse in vita in caso di malattia mortale, un giudice doveva prendere in considerazione tale volontà e, accertato il quadro clinico disperato del paziente, poteva decidere se le terapie dovessero continuare oppure no. Un poco più complicato invece era il caso in cui una persona avesse lasciato detta solo verbalmente la sua volontà, o l’avesse fatta capire ai familiari. In quel caso dovevano essere coinvolti anche i medici, ed il processo sarebbe stato piuttosto lungo, ma aveva qualche possibilità di terminare con l’interruzione dell’accanimento terapeutico.