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Epidemia di Escherichia coli, 10 vittime e diffusione in mezza Europa

Il cosiddetto “batterio killer” comincia a farsi preoccupante dato che ha raggiunto diversi Paesi europei. Secondo le ultime stime infatti sarebbero stati registrati almeno 25 casi in Svezia, 7 in Danimarca, ed alcuni anche in Gran Bretagna, Austria, Svizzera, Olanda e Repubblica Ceca, oltre che in Germania, mentre l’allarme è stato lanciato anche in Ungheria e Lussemburgo in quanto il Ministero dell’Agricoltura tedesco ha ammesso che alcune partite di cetrioli sono state vendute anche in quelle zone.

Le vittime intanto sono salite a 10, con il numero dei contagiati ormai difficilmente calcolabile, ma che sicuramente ha superato il migliaio di persone, secondo il centro europeo per la prevenzione e il controllo, il quale ha anche garantito che finora l’Italia è esente dal contagio.

Infatti non ci sono stati casi anche perché i cetrioli e gran parte della verdura la produciamo già nel nostro Paese, ma come fare per essere sicuri che il batterio dell’Escherichia coli non arrivi anche dalle nostre parti? Una proposta la fa Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Secondo lui ci vorrebbero

misure urgenti. Il ministero della Salute e gli altri organi competenti devono bloccare immediatamente le importazioni di cetrioli e cetriolini provenienti da tutta Europa. C’è la necessità di effettuare controlli stringenti su tutta l’ortofrutta diretta in Italia e proveniente dalla Spagna e dall’Olanda. Il Codacons, inoltre, invita i cittadini a verificare con attenzione la provenienza degli alimenti, obbligatoria su tutte le etichette di frutta e verdura.

Il batterio killer in realtà è una delle 200 varianti dell’Escherichia coli, denominato Ehec (Escherichia coli enteroemorragica), e si può trasmettere attraverso alimenti contaminati, consumati crudi e non lavati o lavati poco, oppure attraverso la carne cruda. I sintomi più comuni sono diarrea emorragica, febbre, vomito con forti dolori all’addome che compongono una patologia denominata sindrome emolitico uremica che, in casi gravi, può portare anche alla morte.

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[Fonti: Corriere della Sera: Excite]