Il cancro è una di quelle malattie che, nella maggior parte dei casi, non ha una causa nota. Eppure le possibilità di prevenirlo sono tante. Sembrano più attente a queste semplici regole le donne, le quali statisticamente si ammalano meno degli uomini, e sono anche più in grado di guarire rispetto al sesso forte. Ma come è possibile?
A domandarselo è il National Cancer Intelligence Network, un istituto di ricerca inglese, che ha rilevato che, escludendo i tumori esclusivi (tumore al seno o alle ovaie per le donne, alla prostata per l’uomo), sono arrivati alla conclusione che i tumori “comuni” colpiscono per il 60% gli uomini ed il 40% le donne, con un tasso di decessi del 70% a favore degli uomini, contro il 30% delle donne. Cercando di indagare sul perché questa maggiore incidenza della comparsa di neoplasie negli uomini, si è arrivati ad una conclusione molto semplice: il maschio si interessa meno della propria salute e prende meno precauzioni.
Un esempio? Il più classico è il fumo. Si sa che fumare fa male, ma fumano sia gli uomini che le donne. Con la differenza però che mediamente l’uomo fuma più della donna, e spesso anche sigarette più “pesanti” come quelle senza filtro, che di conseguenza fanno più male. Ma ha il suo ruolo importante anche il cibo, visto che mediamente è l’uomo quello che mangia di più a tavola, per non parlare dell’alcool.
Ma una volta individuato il tumore, si corre a curarlo, direte voi. E qui entra in gioco la seconda statistica. Gli uomini muoiono di più a causa del cancro rispetto alle donne, per due motivi fondamentali: sottovalutano il problema o semplicemente sono troppo pigri per affrontarlo. Non si parla infatti della reazione che si ha alla diagnosi di cancro, ma ai suoi sintomi. Di fronte ad un malore, gli uomini sono più propensi a guarire con il tempo o con i “rimedi della nonna”, mentre le donne, più abituate a pap test e mammografie, si recano più volentieri dal medico per un controllo. E così si finisce con un tumore che viene rilevato in ritardo nell’uomo, e si sa che più tardi viene iniziata la terapia e meno sono le possibilità di guarigione.
[Fonte: Corriere della Sera]