L’alirocumab, approvato dalla FDA questa estate e messo in commercio sotto il nome di Praulent per il trattamento del colesterolo alto, ha continuato a mostrare la sua efficacia nei nuovi studi presentati al corrente congresso europeo di Cardiologia in corso a Londra.
Perché un farmaco come alirocumab è così importante? La risposta è molto semplice: appartiene ad una famiglia di medicinali che agisce in modo differente rispetto alle statine e che è in grado di portare ad un calo del colesterolo alto anche in questi casi nei quali l’ipercolesterolemia è famigliare e poco rispondente alle terapie. Si parla di una media del 56% di riduzione in un campione di pazienti affetti da questa patologia e studiati a doppio cieco, ovvero senza che fosse noto loro chi prendesse il placebo o il reale principio attivo.
Numeri registrati senza che si palesassero degli effetti collaterali insopportabili. La maggior parte delle reazioni avverse sono stati arrossamenti in loco, influenza, mal di testa, infezioni urinarie e mialgia, più che altro correlabili ad un leggero indebolimento del sistema immunitario difficilmente correlabile come processo causa-effetto relativamente all’utilizzo dell’alirocumab.
Trattare adeguatamente i livelli di colesterolo cattivo nel sangue può portare i pazienti a prevenire la comparsa di ictus, infarto ed altre malattie cardiovascolari il cui rischio cresce esponenzialmente con lo sviluppo dell’arteriosclerosi.
Il Praulent, come la quasi totalità dei nuovi farmaci anticolesterolo è un anticorpo monoclonale che punta ad agire dove i medicinali tradizionali non ottengono risultati. Riuscire a curare i pazienti finora refrattari alle terapie rende possibile migliorare la loro qualità di vita, evitando conseguenze spiacevoli ed effettivamente tagliando le potenziali spese dei sistemi sanitari. L’apertura estiva della FDA nei confronti del farmaco ed il suo renderlo disponibile per un maggiore numero di pazienti ha aperto le porte ad un approccio terapeutico più efficace ed ad una prevenzione decisamente maggiore rispetto alle malattie che rappresentano le maggiori cause di morte nei paesi occidentali.
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