Il cuore delle donne è speciale. Ama incondizionatamente e vive tutte le emozioni con intensità. Per questo abbiamo l’idea che sia indistruttibile, che possa superare qualunque cosa. Ma dal punto di vista fisiologico, come si distingue da quello degli uomini? E’ veramente più forte? Ci siamo posti una serie di domande a cui ha risposto la Dott.ssa Lorena Belardo, ovviamente cardiologa.
Il sistema cardiocircolatorio femminile riesce a sopportare un evento come il parto naturale, può dirsi forte?
“Il cuore delle donne è forte come quello degli uomini, anche se forse è la percezione del dolore che varia tra i due sessi. Un cuore forte è semplicemente un cuore sano“.
Perché poi col passare degli anni diventa fragile?
“Perché invecchia fisiologicamente e nelle donne in seguito a cambiamenti ormonali che si scatenano nella menopausa aumenta l’incidenza di ipertensione, dislipidemie (ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia..), obesità, intolleranza glucidica, tutti fattori che aumentano il rischio di infarto miocardico e dell’ictus”.
A quali rischi va incontro? Quale la migliore prevenzione?
“Il rischio di avere problemi di origine ischemica in una donna in menopausa, per quello che si conosce, è legato alla capacità di controllare i fattori predisponenti la formazione di placche a livello coronarico (infarto) o a livello carotideo (ictus);
Ecco come fare: il colesterolo si regolarizza con una dieta specifica ed eventualmente con l’utilizzo di farmaci (detti statine).
Si attua una riduzione del peso corporeo, si incrementa l’attività sportiva, si procede col trattamento dell’ipertensione con dieta iposodica (povera di sale ndr) e successivamente con farmaci antipertensivi, abolizione del fumo di sigaretta, controllo della glicemia”.
Secondo la sua esperienza c’è attenzione/prevenzione sul cuore? O solo dopo un evento che crea allerta?
“Dopo un evento che crea allerta l’attenzione sale e la gran parte dei pazienti secondo la mia esperienza modifica lo stile di vita, ma la percentuale di pazienti che fa prevenzione penso che sia ancora bassa. Questo dipende anche dall’attenzione dei medici nell’indirizzare i loro assistiti, e dallo stato sociale”.
Dunque: il cuore ci parla, ascoltiamolo prima che sia costretto a chiedere aiuto!