La diagnosi dell’autismo è un percorso complesso che solitamente avviene dopo il terzo anno di età dei bambini. Un nuovo studio italiano, cercherà però di individuarne i primi segnali già dai primissimi mesi di vita, attraverso l’analisi dei vocalizzi e dello sviluppo motorio dei neonati. Partirà nel 2011 ed è stato annunciato oggi, in chiusura del congresso internazionale “Autism from research to policy” che si è svolto presso l’ISS (Istituto Superiore di Sanità).
Il nuovo lavoro sarà caratterizzato dall’osservazione di 200 bambini alla nascita, a 30 giorni, tre e sei mesi di vita. Saranno seguiti nella loro quotidianità, anche in casa, senza test invasivi: verranno registrati attraverso file audio e video i movimenti generali, il pianto e tutte le azioni che caratterizzano i neonati in questo periodo. Una seconda fase del progetto prevede invece il monitoraggio dei fratelli di bambini autistici sin dalla gravidanza.
Questo progetto, che va sotto il nome di “Non invasive tools for early detection of Autism Spectrum Disorders” ed è stato affidato alla Dottoressa Maria Luisa Scattoni, ricercatrice dell’ISS, prevede il coinvolgimento del reparto di Imaging molecolare e cellulare dello stesso Istituto. Si attuerà con l’ausilio dell’IRCCS StellaMaris, l’Ospedale Bambino Gesù e l’Università di Firenze.
“Lo scopo – spiega la Scattoni, del reparto Neurotossicologia e neuroendocrinologia dell’ISS – è quello di individuare marker comportamentali precoci individuando i bambini ad alto rischio e quindi poter fare una diagnosi precoce. Questa per ora avviene sulla base di parametri quali l’interazione sociale, l’imitazione, il gioco, la comunicazione verbale e non verbale, tutte cose impossibili da analizzare prima dei 2 anni d’età, per questa ragione focalizzeremo la nostra attenzione sul repertorio vocale e motorio nei primi mesi di vita. Fare una diagnosi precoce significa dunque un intervento precoce”.
In Europa si stima che ogni 150 bambini ne nasca uno affetto da DSA (disturbi dello spettro autistico), per lo più maschi, in un rapporto 4 a 1. Si tratta di cifre fortemente in aumento nell’ultimo decennio.
Ricordiamo che con la definizione di “Disturbi dello Spettro Autistico” (Autism Spectrum Disorders, ASD) si intende un insieme di disturbi dell’età evolutiva (Autismo, Sindrome di Asperger e Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Non Altrimenti specificato), abbastanza eterogenei tra loro, nei quali sono colpite le funzioni comunicative e sociali fin dai primissimi anni di vita.
Non si conoscono ancora le cause precise, anche se ormai gli studi recenti convergono sull’ereditarietà: esistono cioè dei geni predisponenti (ne sono stati identificati almeno 100 diversi) che sviluppano la patologia incontrandosi con fattori ambientali non ancora certi.
[Fonte: Iss]