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Il parto naturale rinsalda il legame madre-bambino

Lungi da noi aprire polemiche sulle personali scelte che spingono molte madri oggi a scegliere il taglio cesareo come metodo per far venire alla luce il proprio bambino. Nè tantomeno si vuole affermare che le mamme che optano per un parto naturale siano migliori delle altre.
L’istinto materno è innato nella donna e non dipende certamente dalle modalità del parto, ma è legato bensì alle dinamiche riproduttive caratteristiche della specie umana intesa come appartenente ai mammiferi.

Tuttavia una differenza nel rapporto tra mamme e neonati dipendente proprio dal metodo scelto per il parto è stata rilevata dai ricercatori dell’Università di Yale e consiste nella diversa sensibilità e capacità di reazione delle mamme al pianto del proprio bambino.
Ai risultati della ricerca, le madri che partoriscono naturalmente sono risultate più sensibili ai vagiti dei neonati rispetto a quelle che avevano scelto il parto cesareo.


Le aree del cervello di dodici nuove madri sono state analizzate dagli studiosi, riscontrando nelle partorienti in modo naturale la presenza di una maggiore attività nei settori connessi alle motivazione e alle emozioni materne.
Secondo il team di scienziati di Yale, la differenza potrebbe derivare dalla produzione di un ormone generato al momento della nascita.

Le contrazioni che sono una parte essenziale di un parto naturale innescano infatti il rilascio dell’ormone ossitocina, che svolge un ruolo chiave nella definizione del comportamento materno.
Il parto cesareo, al contrario, non fa scattare lo stesso rilascio di ormoni ed è tra l’altro associato, proprio per questa grave mancanza, ad un aumento del rischio di depressione post-parto.

Le differenze di attività cerebrale sono state registrate, infatti, non solo in regioni cerebrali coinvolte nella risposta della madre al bambino, ma anche in aree che regolano solitamente l’umore.
Il dottor James Swain che ha coordinato lo studio, riportato sul Journal of Child Psychology and Psychiatry, afferma:

I nostri risultati sostengono la teoria che le variazioni nella modalità del parto, come ad esempio con taglio cesareo, modificano l’esperienza neuroormonale della nascita di un figlio, diminuendo la reattività del cervello umano nei primi mesi successivi alla maternità.