Secondo alcuni esperti le pratiche insalate in busta, che da diversi anni a questa parte la fanno da padrone anche sulle tavole degli italiani, non sempre sarebbero sicure dal punto di vista igienico-sanitario, favorendo il proliferare di intossicazioni alimentari causate da batteri come Salmonella ed Escherichia coli.
La salmonella, in particolare, può attaccarsi alle foglie e contaminarle aderendo ad esse con i propri flagelli (ovvero i filamenti di cui è dotata proprio a questo scopo).
Questo è quanto emerso da una conferenza tenutasi ad Aberdeen, in Scozia, alla quale sono intervenuti diversi gruppi di ricercatori dell’Imperial College di Londra.
Il dottor Gadi Frankel, ricercatore dell’istituto londinese, ha anche avanzato l’ipotesi che il focolaio di salmonellosi verificatosi in Gran Bretagna lo scorso anno potrebbe essere stato causato proprio da un lotto di insalate in busta contaminate.
Mentre apparirebbe certo che a causare un focolaio, stavolta di Escherichia coli, nel 2006 negli Stati Uniti fu una partita di spinaci confezionati.
Secondo Frankel:
Con l’obiettivo di mangiar sano le persone sono indotte ad acquistare questi prodotti nei supermercati, oggi come mai in passato. Questo fattore, insieme ad altre componenti come la globalizzazione del mercato alimentare, potrebbe in futuro far schizzare i casi di salmonella ed E. coli.
Infatti, sempre secondo l’esperto:
non è detto che poiché questi alimenti sono pre-lavati sono sicuri da mangiare. Si tratta di una scelta individuale ma la gente deve essere consapevole, ovvero informata prima di decidere se lavare l’insalata pronta oppure no.
Meglio quindi non correre rischi e lavare comunque l’insalata in busta con abbondante acqua e bicarbonato, eliminando le foglie che appaiono appassite o in qualche modo deteriorate. Sarà meno comodo, ma è sempre meglio che beccarsi un’intossicazione.
In ogni caso, ci saremo risparmiati la fatica (si fa per dire) di tagliuzzare le verdure.