Parliamo di allergie ai pollini e potrebbe, apparentemente, sembrarvi insolito in questo periodo dell’anno ben lontano dal proliferare di allergeni primaverili. Eppure il tormento per il popolo di allergici non si arresta certo ad una o due stagioni bensì affligge imperterrito anche in pieno inverno.
A ricordarlo è Claudio Ortonali, direttore dell’Istituto allergologico lombardo che cerca, insieme ad un’équipe di esperti, di scegliere gli alberi più adatti da piantare a Milano, un verde anallergico, dunque, per tutelare i pazienti che soffrono di allergie ai pollini che sappiamo essere numerosissimi ed in costante aumento.
Imputati di reazioni allergiche in questo periodo nel Nord Italia troviamo ontani, noccioli, betulle e carpini mentre sulle coste della penisola, tra le piante più a rischio, troviamo la parietaria.
Chi ha iniziato a soffrire di allergie in anticipo quest’anno, il 40% degli affetti al Nord, non deve additare il clima più mite come responsabile, aggiunge l’esperto, perché gennaio è stato rigido. Piuttosto è la fioritura delle piante che ha i suoi cicli, indipendentemente dalle temperature.
Ortolani sottolinea che non dovrebbe esserci alcuna difficoltà a riconoscere le allergie, malgrado i vari virus dell’influenza ed il raffreddore in circolo, perché i sintomi sono ben distinti:
Se un paziente soffre di una forma allergica che si ripete ogni anno, è in grado di riconoscerla anche perché i sintomi del raffreddore allergico sono diversi da quelli del raffreddore virale.
L’esperto si mostra alquanto preoccupato più che sulla concomitanza di epidemia influenzale e comparsa di prime allergie stagionali di un fattore ambientale, capace di peggiorare i sintomi: lo smog.
In Piemonte e in Lombardia l’aria si fa sempre più irrespirabile e lo sforamento del livello di polveri sottili consentito dalla normativa UE, ovvero 50 microgrammi per metrocubo, è ormai consuetudine dall’inizio dell’anno ad oggi.
L’inquinamento atmosferico aggrava i sintomi delle allergie, veicolando gli allergeni e trasportandoli nelle vie respiratorie più profonde, come spiega lo stesso Ortolani:
Normalmente i pollini hanno un diametro troppo grande per scendere a fondo nell’albero bronchiale. Ma se vengono traghettati dalle polveri sottili, possono arrivare anche ai bronchioli che si addentrano negli alveoli polmonari e a quel livello possono peggiorare la patologia allergica.
Se siete dei soggetti allergici vi consigliamo dunque di controllare che aria si respira nella vostra zona nelle diverse ore del giorno prima di uscire. Per farlo c’è a disposizione un sito web dedicato, Lamiaaria.it, davvero molto utile allo scopo.
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