La vaginite è un’infiammazione della vagina che provoca prurito, bruciore intimo o durante la minzione, perdite vaginali più o meno intense o maleodoranti. Può essere curata ma tutto dipende dalle cause che l’hanno provocata. Dunque se si ha uno qualsiasi di questi sintomi è opportuno rivolgersi al proprio ginecologo per una diagnosi (o comunque per una visita di routine che non guasta mai, almeno una volta l’anno in mancanza di disturbi specifici). Ecco quali sono le possibili terapie.
La cura per la Candida
In caso di infezione da Candida o Candidosi solitamente il trattamento della vaginite prevede l’applicazione di creme o ovuli antimicotici. In genere si tratta di farmaci da banco e si possono acquistare anche senza la richiesta del medico curante, ma il fai da te è sconsigliato in questo caso. Infatti, se non si ha la certezza di candidosi, tale terapia non ha effetto e si rischia di rimandare la cura ad un’altra patologia, continuando a sopportare inutilmente il sintomo.
Quale terapia in caso di vaginosi batterica?
In caso di vaginosi batterica invece la cura è costituita da una terapia antibiotica, per cui è in genere necessaria la prescrizione del medico curante e soprattutto una corretta assunzione del medicinale.
Il trattamento per le malattie a trasmissione sessuale
Le vaginiti dovute a malattie a trasmissione sessuale necessitano di cure rapide ed urgenti, ma soprattutto dell’astensione dai rapporti intimi non protetti, onde evitare contagio ad un partner nuovo. Nel caso di un unico compagno nel tempo, dovrà sottoporsi anche lui a terapia medica. In generale per la Tricomoniasi e la Chlamydia si usano antibiotici, mentre per l’herpes genitale e l’HPV non esistono cure definitive che eradicano il virus, ma trattamenti specifici per tenere la malattia sotto controllo.
Come curare le vaginiti non infettive?
Nelle vaginiti non infettive, basterà invece individuare ciò che provoca l’irritazione ed evitarne l’utilizzo, nel frattempo il medico potrà suggerire una crema da applicare localmente per alleggerire il fastidio dei sintomi.
[Fonte: Nichd.nih.gov]