Si celebra oggi come ogni anno la Giornata Mondiale contro l’AIDS. Per la prima volta da quando questa patologia è stata identificata, si può contare una diminuzione dei contagi da Hiv. Un certo ottimismo è dunque d’obbligo, anche alla luce dei risultati della cosiddetta pillola del giorno prima e del Tat, il vaccino messo a punto dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità). A buon punto anche la terapia farmacologica per contrastare gli effetti della malattia. Ma tutto ciò non deve far abbassare la guardia. Tutt’altro.
Secondo i dati presentati per l’occasione a Roma 6 italiani su 10 scoprono di aver contratto il virus Hiv solo in presenza di Aids conclamato. Il ritardo nella diagnosi è un dato acquisito solo di recente purtroppo. Da qui la nuova campagna informativa sull’opportunità di effettuare un test per l’Hiv voluta da Ministero della Salute: “Aids: la sua forza finisce dove comincia la tua. Fai il test!”.
Sono ancora 4.000 le persone che ogni anno nel nostro Paese si infettano e nel 90% dei casi per via sessuale. E’ aumentata l’età media del contagio che si è spostata a 39 anni: non parliamo più dunque solo di giovanissimi non educati adeguatamente all’uso del profilattico! Tra il 1982 ed il 1992 l’epidemia si sviluppava nel 70% dei casi attraverso la tossicodipendenza.
Effettivamente quest’anno possiamo contare un numero inferiore di infezioni rispetto al 2009, ma è aumentato il numero totale di persone sieropositive che si stima siano circa 150.000, 22.000 già in Aids. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 in Italia sono stati identificati 63.000 casi di Aids, con 40.000 decessi, ma negli ultimi anni grazie allo sviluppo dei farmaci antiretrovirali, come si evince dall’alto numero di sieropositivi viventi, le cose sono cambiate: oggi è una malattia che si può combattere! Ma arrivare tardi alla diagnosi di Hiv significa purtroppo non beneficiare di tutte queste terapie. Dunque se la prima arma di prevenzione contro l’Aids a tutt’oggi rimane una sessualità responsabile accompagnata dall’uso del preservativo, un ulteriore passo salvavita consiste nel fare il test!
Presso l’ISS è attivo ormai da molti anni il “Telefono Verde AIDS” 800-861061, fino alle 20,00 di stasera e comunque ogni giorno in orari diversi, specialisti del settore saranno a disposizione degli interessati per rispondere a domande, chiarire dubbi e fornire indicazioni sui Centri diagnostico-clinici e le Ong che si occupano di Hiv presenti sul territorio nazionale. Dal 1° Gennaio 2010 a questo servizio si sono rivolte ben 19.261 persone. Per lo più uomini (86%). Purtroppo si è assistito ad un notevole decremento di chiamate da parte delle donne, il che può significare nel sesso femminile un abbassamento dei livelli di attenzione, che meriterà campagne di sensibilizzazioni adeguate.
Nel mondo ci sono 33 milioni di persone infette: la metà avrebbe bisogno di cure immediate. Dall’inizio dell’epidemia 30 milioni di malati sono deceduti per l’Aids. Nei paesi occidentali la mortalità si è ridotta del 95%, mentre nel Sud del mondo supera ancora il 70% dei casi totali. In questi luoghi la maggiore concentrazione di malati, con 10 milioni di individui che non hanno accesso alle terapie. A Luglio una conferenza internazionale farà il punto della situazione. Tra gli obiettivi principali: debellare l’Aids pediatrico: ogni giorno solo in Africa 1.000 bambini contraggono il virus dalle mamme. Il summit si svolgerà a Roma, quasi un omaggio allo sviluppo della ricerca italiana in questo campo. Ma come abbiamo detto: i risultati ci sono, ma la battaglia definitiva contro l’Hiv e l’Aids non è ancora stata vinta.
[Fonte: ISS]