Sembra che gli attacchi di cuore si verifichino più facilmente in certe ore della giornata. A suggerire una correlazione tra il ritmo circadiano e il rischio cardiovascolare, è stato un team ricercatori americani del Baylor College School of Medicine di Houston, in Texas, che hanno pubblicato lo studio sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature”.
Gli studiosi hanno scoperto, infatti, che l’infarto improvviso e fatale si verifica soprattutto al mattino dopo il risveglio e la sera, dimostrando così che c’è un collegamento tra le modifiche nei processi biologici che avvengono nelle 24 ore e il rischio di andare incontro ad un attacco di cuore.
Sul banco degli imputati è finita una proteina chiamata Klf15, si tratta di un controllore circadiano, spesso carente nei pazienti con diagnosi di insufficienza cardiaca. Costatato ciò, i ricercatori hanno condotto una serie di test su topi geneticamente modificati. In questo modo, hanno scoperto come un elevato rischio di aritmie cardiache non sia associato soltanto alla carenza di questa proteina, ma anche a livelli in eccesso.
Come ha spiegato il dottor Xander Wehrens, che ha coordinato la ricerca:
Questo è il primo esempio di un meccanismo molecolare per la variazione circadiana nella suscettibilità alle aritmie cardiache. Quando vi era troppa o niente Klf15, i topi erano a rischio di sviluppare l’aritmia.
I ricercatori, tuttavia, hanno sottolineato come la proteina Klf15 non sia l’unica a poter causare questi problemi, semmai è la prima di una lunga catena molecolare che implica l’intervento di altre proteine, come per esempio quella chiamata KChlP2, controllata direttamente da Klf15, che a sua volta incide sulla corrente elettrica generata dal potassio e che scorre attraverso le cellule cardiache chiamate miociti.
Se i livelli della proteina KChlP2 variano, si verifica un’instabilità elettrica nei miociti, di conseguenza l’attività del muscolo cardiaco ne viene compromessa. Il cuore perde funzionalità, ritmo e fa più fatica a pompare il sangue.
Come hanno concluso i ricercatori, capire i meccanismi che regolano i ritmi circadiani e come questo possa influire sulla salute del cuore è importante per per mettere in atto strategie efficaci per la prevenzione degli attacchi di cuore.
Photo Credit|ThinkStock