Molte sono le cose ancora da scoprire riguardo all’infarto. Non tutti sanno però che numerose acquisizioni finora ottenute, derivano anche dall’impegno di un’intera cittadina del Massachusetts: a Framingham, da oltre 60 anni i suoi abitanti si sottopongono con regolarità (ogni due anni) ad un check-up cardiologico completo. Si tratta della prima e più vasta indagine epidemiologica a lungo termine sulle coronaropatie. Sono coinvolte ben 5.600 persone di ambedue i sessi, di età compresa tra i 33 ed i 69 anni, appartenenti a diverse generazioni, che continueranno ad alternarsi ad oltranza anche con i futuri discendenti!
Tutti molto seri, motivati ed impegnati. In questi decenni, solo il 2% della popolazione si è ritirata dall’indagine. Del resto, ne guadagna anche la loro sicurezza cardiologica. Il Framingham Heart Study ha inizio nel 1948 sotto l’egidia del National Heart Institute (ora nota come l’Istituto National Heart, Lung, and Blood o NHLBI). A quel tempo, si sapeva poco circa le cause generali delle malattie cardiache e dell’ictus, ma la mortalità cardiovascolare era in costante aumento dall’inizio del secolo: si parlava già di un’ “epidemia” americana.
Finora le fila della ricerca sono state tirate dal Prof. William B. Kannel, a cui dobbiamo tante importanti scoperte. Quali? A differenza di ciò che si pensava ad esempio, nell’ipertensione arteriosa, importante fattore di rischio per l’infarto, l’aumento della pressione sistolica ha la stessa rilevanza della diastolica; si è confermato il rischio di infarto collegato all’unione di ipertensione, diabete ed ipercolesterolemia (situazione comune nelle persone affette da obesità); l’ipertrigliceridemia invece si è rivelata pericolosa solo in associazione al alti valori di colesterolo: da sola cioè non sarebbe pericolosa per il cuore; si è inoltre scoperto che nel 23 % dei casi che si sono manifestati, l’infarto è rimasto misconosciuto oltre che silente nel 50% di tale casistica.
Sono solo alcune delle scoperte cui questo screening costante e di massa ha condotto nel tempo. Certo è che dobbiamo prenderne atto ed attivarci nelle migliori forme di prevenzione possibile: evitare l’obesità ed il soprappeso, il diabete, l’ipercolesterolemia, ecc. Alcuni consigli? Mantenere il muscolo cardiaco sempre ben allenato con un minimo di attività motoria, sottoporsi a dei controlli regolari, evitare lo stress e mangiare sano.
[Fonte: Framingham Heart Study]