Gli americani, un pò per genetica, ma soprattutto a causa di stile di vita ed alimentazione errata rappresentano nel mondo una delle popolazioni con la più alta mortalità per malattie cardiache, senza parlare della morbilità, ovvero di chi sopravvive con patologie più o meno croniche. Nonostante questo e le grandi battagli contro l’obesità, ed i rischi correlati, ictus, infarto e diabete in primis, la maggior parte degli statunitensi non farebbero nulla per invertire la rotta. La colpa ricade sì sui pazienti, ma soprattutto sul sistema sanitario nazionale.
Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), due terzi degli adulti con colesterolo alto ed il 50% degli affetti da ipertensione, non vengono curati in modo adeguato. A conferma di ciò che è stato pubblicato nei giorni scorsi sul Bollettino dell’OMS proprio riguardo all’ipercolesterolemia, il problema non consiste però nella copertura sanitaria: sono poco curati sia i poveri che i ricchi:
“Anche se stiamo facendo progressi, negli Stati Uniti ancora non riusciamo ad evitare la principale causa di morte – le malattie cardiovascolari – nonostante l’esistenza di trattamenti efficaci a basso costo”,
ha detto il dottor Thomas Frieden direttore del CDC.
“Più dell’80 per cento delle persone affette da colesterolo e pressione alta hanno un’assicurazione privata o pubblica per potersi curare. Eppure sono 100 milioni gli americani con ipertensione ed ipercolesterolemia, quasi la metà della popolazione totale adulta! Occorre un approccio nuovo, che comporti cambiamenti di politica e di sistema”.
Solo questo secondo Frieden aiuterebbe più persone ad avere l’assistenza sanitaria ed i medici a lavorare meglio. La riforma sanitaria attualmente è sotto il torchio del Congresso ed a giorni sarà finalmente sciolta la “prognosi”. Nel frattempo non rimane che informarsi, sottoporsi a test e controlli con regolarità, svolgere attività fisica e mangiare sano. Consigli utili per tutti, non solo per gli americani.
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